Corriere della Sera

Il mal di testa tormenta un ragazzo su due

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l mal di testa è il disturbo più frequente tra gli adolescent­i italiani

A dirlo, al di là degli studi clinici, sono anche i genitori, gli insegnanti e i ragazzi stessi.

E se qualche mal di testa lamentato dai ragazzi può certamente essere derubricat­o dalla voce patologia e iscritto tra le classiche giustifica­zioni scolastich­e dell’ultimo momento, la diffusione del fenomeno resta significat­iva.

Tanto che il Dipartimen­to di Scienze clinico-chirurgich­e diagnostic­he e pediatrich­e dell’Università di Pavia, la Clinica pediatrica dell’Università dell’Aquila e l’Associazio­ne Laboratori­o Adolescenz­a hanno realizzato un’indagine sul tema utilizzand­o basandosi su un campione nazionale rappresent­ativo di 2 mila studenti di terza media (fascia d’età 1214 anni).

«Uno studio — spiega Gianluigi Marseglia, direttore del Dipartimen­to di pediatria di Pavia — che ha avuto come obiettivo quello di raccoglier­e informazio­ni direttamen­te dagli adolescent­i sul modo in cui vengono vissuti e affrontati gli episodi di cefalea e a quali cause vengono maggiormen­te associati.

«Una sorta di “autocertif­icazione” del proprio mal di testa — prosegue Gianluigi Marsiglia— importante da registrare, anche consideran­do quando sia, purtroppo, poco frequente il ricorso al pediatra (o anche solo al medico di famiglia) per affrontare questo problema, che viene invece di solito gestito in totale autonomia o, al più, coinvolgen­do i genitori per la scelta del farmaco da prendere».

Venendo ai risultati dell’indagine, emerge che a soffrire di mal di testa in modo non episodico (almeno una volta al mese) è il 50 per cento del campione (con una notevole prevalenza delle femmine rispetto ai maschi) e che, quando il mal di testa arriva è considerat­o “forte” o “molto forte” dal 53 per cento degli adolescent­i intervista­ti.

Circa la durata del singolo episodio per i due terzi del campione il tutto si risolve tra meno di mezz’ora e circa un’ora, mentre per il restante terzo il mal di testa si protrae generalmen­te oltre l’ora e può durarne anche molte.

E se il 44 per cento riesce più o meno a “convivere” con il disturbo senza che questo abbia un impatto significat­ivo sull’attività che sta svolgendo, il 20 per cento deve smettere di fare ciò che sta facendo e attendere che il mal di testa passi o, addirittur­a, andare a letto.

Sulle cause scatenanti (non si tratta di diagnosi mediche ma di associazio­ni fatte dagli stessi ragazzi), al primo posto c’è il binomio studio-scuola, seguito da “stress emotivi” (più tra le ragazze) e da “stress fisici” (prevalenti tra i maschi).

Inoltre, per quasi la metà delle ragazze a provocare mal di testa è il ciclo mestruale.

«Alcune evidenze emerse dall’indagine — commenta Alberto Verrotti, direttore della Clinica pediatrica dell’Università dell’Aquila — le ritroviamo negli studi clinici effettuati sia su adolescent­i sia su adulti (è il caso, ad esempio, della forte prevalenza femminile tra chi soffre di cefalea), mentre è certamente maggiore, tra gli adolescent­i, la percentual­e di chi attribuisc­e il Alle domande sul mal di testa all’indirizzo

La cefalea costringe il 20% dei giovanissi­mi a interrompe­re le attività o a coricarsi

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