Grillo, giro di vite sulle regole Così Pizzarotti è fuori dal M5S
Basta espulsioni online, ecco i probiviri. Il sindaco ribelle: sono al posto giusto?
Norme più stringenti e dettagliate per sanzioni ed espulsioni, un collegio dei probiviri che di fatto mette al riparo Beppe Grillo dalle richieste di risarcimento per eventuali cause legali e la centralità ribadita più volte del «capo politico»: il Movimento 5 Stelle dopo il raduno nazionale vara le nuove regole. Anzi, le posta sul blog, spiegandole in sintesi e lanciando per oggi una votazione tra gli iscritti che si concluderà tra un mese.
In ballo ci sono le modifiche al «Non-statuto» e regolamento, i cardini fondanti dei pentastellati. Le novità, annunciate a luglio e poi posticipate per ulteriori approfondimenti legali, segnano nei fatti uno strappo. Nelle versioni proposte — con o senza espulsioni — vengono fissati tempi molto lunghi per le sospensioni degli iscritti (dodici o ventiquattro mesi, ndr).
Le norme, che il Movimento vorrebbe attuare anche per i casi in discussione, bloccherebbero una eventuale ricandidatura a Parma di Federico Pizzarotti. Il sindaco per poter tentare la riconferma dovrebbe lasciare i Cinque Stelle e tentare la via della lista civica, una prospettiva che traspare anche dalla sua reazione. «In due giorni, dall’uno vale uno siamo passati al capo politico, al passaggio dinastico e a regole ad personam per far fuori i non allineati — ha detto Pizzarotti all’Adnkronos —. Se questo sta bene a tutti, mi chiedo se sono ancora nel posto giusto».
Il nuovo regolamento, però, potrebbe non avere valenza retroattiva, almeno secondo Lorenzo Borrè, il legale degli attivisti espulsi che nei mesi scorsi hanno intentato una causa contro i Cinque Stelle. Borrè sostiene inoltre che non sia
Il voto sul web Il nuovo regolamento sarà votato sul web, sospensioni più lunghe, il simbolo resta a Grillo
possibile modificare lo statuto con una delibera online e senza una delibera assembleare.
Al di là delle questioni legali, le nuove regole — che potranno essere contestate entro il 30 novembre — certificano alcuni punti. Gli iscritti non devono avere «in corso alcun procedimento penale a proprio carico», il simbolo rimane nelle mani dell’Associazione Movimento 5 Stelle (e quindi di Grillo, che ne è presidente). Nasce, soprattutto, il collegio dei probiviri, composto da tre membri «nominati tra i componenti dei gruppi parlamentari». Saranno loro, nei fatti, a giudicare i procedimenti in corso (in caso di contrasti nelle scelte con il capo politico si ricorrerà alle votazioni online). La loro carica è «incompatibile con l’assunzione di incarichi governativi».
Nel Movimento è scattata la caccia ai nuovi garanti dell’ortodossia: si cercano profili super partes, lontani dalle correnti che stanno battagliando. Possibile che si scelgano, quindi, parlamentari non schierati e non notissimi al grande pubblico. La mossa di lanciare le nuove norme, in ogni caso, offre l’opportunità a militanti ed eletti di distrarsi dalle polemiche interne. Anche se le regole presentano qualche lapsus. «Il Movimento 5 Stelle non è un partito e non intende diventarlo», si legge, ma uno dei nuovi motivi per applicare le sanzioni prevede, per esempio, «comportamenti suscettibili di pregiudicare l’immagine o l’azione politica del M5S o di avvantaggiare altri partiti». Le norme dividono la base: sul blog arrivano circa duecento commenti in poche ore, dagli entusiasti della democrazia diretta ai critici che chiedono un ritorno alle origini. Intanto il leader, lasciando la Sicilia, ha commentato all’Ansa la vicenda degli insulti da parte di alcuni attivisti del M5S verso i cronisti: «I giornalisti fanno il loro lavoro, io faccio il mio».