Dagli orfanatrofi alle rapine con tattiche militari Preso il commando
L’educazione criminale veniva impartita ai «poveri orfanelli» reclutati in alcuni brefotrofi romeni. L’addestramento, spesso in luoghi isolati dei boschi della Transilvania, era paramilitare con tanto di codice d’onore. Regole semplici ma durissime e chi sgarrava era punito senza pietà. L’ultimo atto dell’«accademia», la creazione della squadra, circa trecento giovani rapinatori pronti a colpire in mezza Europa (in Italia a Milano e a Firenze, da dove sono partite le indagini) con spaccate nelle più importanti gioiellerie, tra le quali la «Fani» di via Tornabuoni, nel centro storico di Firenze, dove la banda entrò con asce e spranghe depredando orologi Rolex per 300 mila euro. Se la rapina andava a segno gli ex orfanelli guadagnavano dai 5 ai 10 mila euro a testa, il resto andava ai capi. La gang è stata in gran parte sgominata grazie alla collaborazione tra forze dell’ordine europee. «Soggetti pericolosissimi capaci di colpire con ferocia e di intimidire le vittime», ha spiegato ieri il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo. Almeno un centinaio in manette, traditi dall’aver violato alcune delle regole della «pedagogia nera»: non lasciare il proprio Dna sul luogo del delitto (cicche di sigarette, sudore, saliva) e non usare mai il cellulare. Nonostante il colpo subito, la banda degli orfani non è stata sgominata: almeno una settantina i rapinatori ancora in libertà. «Ma hanno le ore contate», promettono gli investigatori.