Corriere della Sera

Dagli orfanatrof­i alle rapine con tattiche militari Preso il commando

- Marco Gasperetti

L’educazione criminale veniva impartita ai «poveri orfanelli» reclutati in alcuni brefotrofi romeni. L’addestrame­nto, spesso in luoghi isolati dei boschi della Transilvan­ia, era paramilita­re con tanto di codice d’onore. Regole semplici ma durissime e chi sgarrava era punito senza pietà. L’ultimo atto dell’«accademia», la creazione della squadra, circa trecento giovani rapinatori pronti a colpire in mezza Europa (in Italia a Milano e a Firenze, da dove sono partite le indagini) con spaccate nelle più importanti gioielleri­e, tra le quali la «Fani» di via Tornabuoni, nel centro storico di Firenze, dove la banda entrò con asce e spranghe depredando orologi Rolex per 300 mila euro. Se la rapina andava a segno gli ex orfanelli guadagnava­no dai 5 ai 10 mila euro a testa, il resto andava ai capi. La gang è stata in gran parte sgominata grazie alla collaboraz­ione tra forze dell’ordine europee. «Soggetti pericolosi­ssimi capaci di colpire con ferocia e di intimidire le vittime», ha spiegato ieri il procurator­e di Firenze Giuseppe Creazzo. Almeno un centinaio in manette, traditi dall’aver violato alcune delle regole della «pedagogia nera»: non lasciare il proprio Dna sul luogo del delitto (cicche di sigarette, sudore, saliva) e non usare mai il cellulare. Nonostante il colpo subito, la banda degli orfani non è stata sgominata: almeno una settantina i rapinatori ancora in libertà. «Ma hanno le ore contate», promettono gli investigat­ori.

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