L’indagine multimediale coinvolge il pubblico
che ora il Corriere porta in sei città italiane — si focalizza sulla bellezza del gesto, del gusto estetico e del saper fare, per dare lettura e interpretazione scientifica dei meccanismi umani che stanno dietro le azioni, siano il movimento flessuoso di un danzatore, il gesto deciso con cui un artista muove il pennello sulla tela o quello di un artigiano nel quale è condensato un sapere tramandato da generazioni.
E domani, 28 settembre alle 18.30 al Molo IV di Trieste, città della scienza, mette in scena una serata-inchiesta invitando il pubblico a un esperimentoesperienza. Come le arti (e gli artisti) costruiscono il bello? Come si formano i gesti (e i pensieri) per realizzarlo? E come poi ne godono gli spettatori o visitatori di una mostra?
«La mano che pensa» è un dialogo tra arte e scienza che diventa laboratorio e luogo in cui il bello non solo viene guardato e spiegato, ma «accade». Protagonisti Raffaella Rumiati, neuroscienziata del Sissa — la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste — e membro del consiglio direttivo dell’Anvur — Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca — e Luca Ticini, presidente della Società italiana di Neuroestetica «Semir Zeki».
Con loro il coreografo Alessio Maria Romano con la sua compagnia A.M.R., e i Deproducers, il collettivo composto dai musicisti Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia e Gianni Maroccolo che ha creato un «alfabeto sonoro» che per tradurre la scienza in musica (e per farci capire la scienza attraverso le emozioni che i suoni sanno suscitare).
Partiamo dalla danza, espressione del corpo intelligente, per raccontare perché Nuova vita Il Molo IV di Trieste, oggetto di una recente politica di riqualificazione, oggi ospita eventi di vario tipo, come convegni o feste private un gesto a qualcuno sembra bello e ad altri brutto. Alessio Maria Romano e i suoi danzatori ci accompagneranno in questo percorso mostrando prima i gesti che nascono dalla relazione tra i ballerini e poi il loro diventare spettacolo. Un flusso di azioni, sguardi ed emozioni che sul palco costruiscono immagini. Come le percepiamo? Come scegliamo «cosa vedere» fra tutto quello che si svolge lì, davanti al nostro sguardo?
I Deproducers porteranno sul palco una parte del loro «Planetario», viaggio nel mondo del cosmo dove la musica si fonde con le immagini della Nasa e dell’Esa, Agenzia spaziale europea, e con le parole dell’astrofisico Fabio Peri.
Arte e scienza, ancora, con la musica che, bypassando la nostra parte razionale, diventa un potentissimo strumento di comunicazione, anche del sapere scientifico.
La voce dell’attrice Emanuela Grimalda, l’impaginazione multimediale, gli interventi scientifici cuciti da una drammaturgia serrata curata da Raffaele Rezzonico, trasformano il palcoscenico in pagine che sviluppano l’inchiesta in diretta. Spettacolo, informazione e innovazione.