Estetica, hi-tech, case simulate «Dire piastrella è obsoleto»
Kermesse da tutto esaurito. Crescono export e fatturati
Da una parte il momento espositivo, dove le piastrelle si fanno casa e scalano vette di innovazione mai viste. Dall’altra il contorno architettonico e di design, che sfocia nell’estetica. I due volti del Cersaie si sono presentati anche quest’anno al 34 esimo appuntamento con la fiera di Bologna.
È lo stesso numero uno di Confindustria Ceramica, Vittorio Borelli, a sottolinearlo: «L’edizione 2016 tende ancor più ad ammodernarsi e ad abbellirsi, perché vuole mantenere standard elevati al passo con le fiere di livello internazionale — dice — all’expo bolognese costruiremo vere e proprie case, simuleremo ambienti domestici e mostreremo prodotti talmente hi-tech che il termine “piastrella” sembrerà quasi obsoleto, sarebbe meglio definirli lastre di ceramica. Poi abbiamo confezionato una programmazione molto attenta ai contenuti, soprattutto dal punto di vista dei canoni espositivi».
La kermesse della ceramica e dell’arredo bagno ha registrato sold-out di spazi già a tre mesi dall’avvio: non sorprende dunque la partecipazione di 852 espositori, provenienti da 43 Paesi; le aziende straniere sono infatti ben 335 (in aumento). A tenere a battesimo l’inaugurazione è stato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, con lo stesso Borelli e la vicepresidente di Confindustria, Lisa Ferrarini.
«Essendo Cersaie un evento internazionale ed esponendo il meglio del settore è importante che si tenga in Italia e vicino ai nostri distretti — continua Borelli —; sancisce il fatto che il nostro Paese rimane un punto di riferimento per il mondo della ceramica, un po’ come fanno le sfilate di moda a Milano, cioè si ribadisce l’italianità della filiera». E della sua italianità il cluster di Sassuolo ha di che essere contento, visto che nei primi sei mesi dell’anno ha visto l’export aumentare
in termini di volume dell’1,4% e gli investimenti salire al 7% del fatturato nel 2015.
Oggi si entra nel vivo del programma culturale di Cersaie «Costruire abitare pensare»: alle 11 all’Europauditorium si terrà la lectio magistralis dell’architetto Norman Foster. La lezione dal titolo «10 on 10: Ten Fosters and Ten others» passerà in rassegna i dieci progetti, suoi e di altri architetti, che hanno contribuito a delineare lo stile di questo premio Pritzker, autore di linee futuribili come quelle del Millennium Bridge di Londra o della cupola del Reichstag di Berlino.
Domani altre due archistar saliranno in cattedra a BolognaFiere: Manuel Aires Mateus, che illustrerà il concetto di architettura come arte della permanenza (ore 10); e Solano Benìtez, paraguayano fondatore dell’associazione professionale «Gabinete de Arquitectura», che descriverà il suo stile architettonico basato sul «ladrillo», il mattone in ceramica (ore 17). Torna poi la «Lezione alla rovescia», dove saranno gli studenti a fare domande al professore: Ugo La Pietra, Compasso d’oro e designer con un profondo amore per il concetto di memoria (introduzione di Fulvio Irace, venerdì, ore 17). Il giorno prima si indagherà l’estetica dei campus universitari con Shelley McNamara e Ivonne Farrell, socie dello studio Grafton architects, che ha affrontato il tema dell’education in diversi progetti (ore 17).
Luoghi tutti da esplorare e reinventare, invece, sono i porti italiani, che la mostra collettiva «Cersail italian style concept» di Angelo Dall’Aglio e Davide Vercelli vuole rendere territori di connessione tra attività urbane e ambiente naturale, fruibili tutto l’anno. Tra le novità di quest’anno i «Café della stampa», le conversazioni tra progettisti e redattori delle riviste Ad, Domus e Interni. Altre testate, tra cui Living, saranno di nuovo all’agorà dei media per offrire consulenze gratuite nell’ambito di «Cersaie disegna la tua casa».