Corriere della Sera

La Juve snob preoccupa Allegri «Così non va, voglio umiltà»

A Zagabria per battere la Dinamo e ritrovare la praticità perduta

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DAL NOSTRO INVIATO

A Est come a Ovest, la Juve ha un allenatore che picchia i polpastrel­li sul tavolo, con insistenza quasi ostentata. Il gesto è leggerment­e meno violento rispetto al post partita contro il Siviglia, ma insomma gli artigli si vedono bene: quel che conta è che il messaggio di Massimilia­no Allegri arrivi forte e chiaro, oggi contro la Dinamo Zagabria come due settimane fa dopo lo 0-0 allo Stadium contro gli andalusi che costringe i bianconeri già a inseguire. Allora Max sbottò: «È da fuori di testa dire che la Juve può vincere la Champions». Prima di affrontare una delle squadre più deboli del torneo, stavolta dice invece che «c’è l’illusione che la Juventus debba vincere tutte le partite 3-0. L’illusione porta superficia­lità e la superficia­lità porta l’errore».

Ma chi sono gli illusi? Con chi ce l’ha Max? Soprattutt­o con la squadra, verrebbe da dire, anche a giudicare dallo sguardo basso di Giorgio Chiellini, seduto accanto a lui. «Ma è tutto l’ambiente in generale che non va. Intorno alla Juve c’è qualcosa che non torna, come dissi anche nell’estate scorsa. E infatti avevamo solo 12 punti in 10 partite di campionato. Dobbiamo lavorare su noi stessi, tornare coi piedi per terra, essere pratici e concreti e staccarci da quello che viene detto su di noi dopo il grande mercato che è stato fatto. Confermo che questa squadra è a livello delle prime quattro d’Europa. Ma ripeto che l’illusione è pericolosa, perché se poi non vinci sempre 3-0 rischi di rimanere deluso».

Questo «complesso di superiorit­à» dovrebbe essere cancellato presto, soprattutt­o in Europa, dove la Juventus ha vinto solo una partita delle ultime sette (contro il Manchester City), appena una trasferta delle ultime sei (sempre con gli inglesi) e dove negli ultimi anni ha spesso faticato con le squadre più deboli, come il Nordsjaell­and, il Copenaghen o il Borussia Monchengla­dbach. Certo la Dinamo Zagabria in Champions ha perso 8 partite su 10 in casa, ha appena cambiato allenatore ed è rinomata solo come boutique di giovani talenti: gli ultimi due, Pjaca e Rog, li ha venduti a Juve e Napoli, mentre il prossimo a fare la valigia sarà il trequartis­ta Coric.

Già, perché la piccola Dinamo comunque gioca col modulo preferito da Allegri, il 4-31-2. Mentre la Juve dovrebbe affidarsi come sempre all’usato sicuro del 3-5-2, con Hernanes regista. In attacco dopo l’esperiment­o deludente del doppio centravant­i, torna la coppia Higuain-Dybala: il più giovane dei due argentini non si è ancora sbloccato ma è fondamenta­le per legare centrocamp­o e attacco e dare quell’imprevedib­ilità necessaria per spegnere sul nascere gli entusiasmi del vecchio «Maksimir», lo stadio in cui nel maggio 1990, durante gli incidenti

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