Corriere della Sera

«Pensavo che lei mi difendesse Ma nei 5 Stelle c’è un duello»

- E. Men.

Epensare che Virginia Raggi, per convincerl­o a fare l’assessore al Bilancio, gli aveva anche cantato le lodi degli uffici di Palazzo Senatorio: «Quando ci ho parlato — racconta Salvatore Tutino ( foto) — la sindaca mi ha detto: guardi che, dal terzo piano, il suo studio, ha un affaccio sui Fori anche migliore del mio...». Vero, e chi c’è stato lo sa bene. Ma Tutino, che alla fine ha rinunciato, la prende con ironia: «Vorrà dire che i Fori Imperiali me li guarderò dal basso...».

Il consiglier­e della Corte dei conti, oggi che sono finiti i suoi «20 giorni sulla graticola», dice di sentirsi addirittur­a «liberato, sollevato». Ma perché ci ha ripensato? «Perché, nelle ultime ore, ho capito che sarebbe stato un duello continuo. E io, con la sciabola, non vado bene...». Il riferiment­o è alle accuse dei Cinque Stelle di «appartener­e alla casta», per l’incarico alla Corte dei conti assegnatog­li dal governo Letta nel 2013, un attimo prima che la Legge di stabilità imponesse il divieto di cumulo (tra incarichi e stipendi) sopra i 300 mila euro. L’ex dirigente Mef ha aspettato fino all’ultimo, ma poi — di fronte al silenzio della Raggi — ha mollato: «Mi aspettavo che mi avrebbe difeso. Del resto, era stata lei a dirmi che entravo in una squadra, dove ci si aiuta uno con l’altro. Avevamo parlato anche dei miei futuri collaborat­ori...». Una trattativa segretissi­ma: «L’8 settembre — dice Tutino — sono entrato in Campidogli­o da una porta secondaria. Ho visto la sindaca, parlato con consiglier­i, assessori. Il 9, il giorno dopo, ho dato la mia disponibil­ità». Occhio alle date: l’8 era il giorno del «pasticcio» sul precedente designato De Dominicis. E poi? «C’era una email da fare alla Corte dei Conti: era sbagliata, l’ho corretta. Doveva partire stamattina, ma niente». Ma perché Raggi non ha dato l’annuncio? «Voleva darlo all’interno di un pacchetto complessiv­o, per rispondere alla deflagrazi­one delle dimissioni a catena». Tutino, che aveva spiegato come si fa un Bilancio («si parte dalle entrate certe») ce l’ha anche coi vertici di M5S: «Bisogna tenere conto delle aspettativ­e della Lombardi, delle frasi della Ruocco, delle parole di Fico? Ho visto i loro curriculum, sono un po’ perplesso... Gente che grazie a qualche click di mouse sta dove sta».

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