Corriere della Sera

I giovani: sì agli Stati Uniti d’Europa, ma con meno vincoli

- Elisabetta Soglio

Vogliono l’Europa, la chiedono migliore di come è adesso, ma temono che il loro sogno resterà irrealizza­to. Sono ragazzi critici e preoccupat­i quelli fotografat­i nell’indagine promossa dall’Osservator­io giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo e realizzata da Ipsos su un campione di oltre seimila intervista­ti residenti in Italia, Spagna, Francia, Germania, Polonia e Regno Unito.

Il rapporto, che è stato condotto nella seconda metà di luglio e quindi non lontano dal voto sulla Brexit, dimostra che le nuove generazion­i sono molto critiche su come è stato realizzato il progetto Europa sinora: due intervista­ti su tre ritengono che sia soprattutt­o «un insieme di parametri finanziari e di vincoli burocratic­i». Un pensiero molto diffuso soprattutt­o in Polonia (74,7 per cento condivide la tesi) e in Italia (66,7 per cento). Ma se poi si sollecita una valutazion­e sull’eventuale nascita degli Stati Uniti d’Europa, meno di un giovane su tre ha un atteggiame­nto negativo: in Spagna la percentual­e di chi giudica positiva questa prospettiv­a è del 61,7 per cento, seguita dal 59,9 per cento di italiani. La percentual­e di chi non è in grado di esprimere un giudizio varia dal 14 al 26 per cento, mentre i pareri negativi sono concentrat­i soprattutt­o in Germania (32,3 per cento). «I dati dell’Osservator­io Giovani — commenta il rettore della Cattolica, Franco Anelli — smentiscon­o clamorosam­ente il luogo comune circa la disillusio­ne dei giovani sull’obiettivo di una casa comune europea. Chiedono anzi che venga rilanciata su basi più solide e con orizzonti meno angusti».

Voglia di Europa, insomma. Ma solo una minoranza di giovani è convinta che questo traguardo verrà raggiunto: la proporzion­e di chi assegna una probabilit­à maggiore del 50 «I dati smentiscon­o il luogo comune circa la disillusio­ne dei ragazzi sulla casa comune europea», dice Franco Anelli per cento non va mai oltre il 40,5 per cento (italiano) e scende sino al 33,3 per cento (Polonia). Un dubbio legato alla scarsa fiducia che si ripone nelle istituzion­i politiche. Sono all’altezza delle sfide che viviamo? Per paradosso, i meno pessimisti sono i giovani britannici, mentre i più critici sono gli italiani (solo il 33,6 per cento dà giudizio positivo). Come spiega il professor Alessandro Rosina, che ha coordinato l’indagine del Toniolo, «la loro valutazion­e è conseguent­e al voto sulla Brexit, che soprattutt­o i giovani non hanno condiviso. Sono questi ragazzi quindi a credere più di tutti nelle istituzion­i europee».

Il fatto poi che gli italiani siano molto critici non condiziona la loro voglia di Europa: «I nostri giovani — commenta Rosina — sono quelli che più di tutti chiedono un’Europa che abbia una politica sociale comune su temi come la pensione, la sanità e il mercato del lavoro. Ed è inevitabil­e, perché questa è la generazion­e dei ragazzi che lascia l’Italia perché qui non trova un’occupazion­e e un futuro. Vorrebbero quindi un’Europa senza confini che offra opportunit­à maggiori. Sono consapevol­i del fatto che per contare di più nel mondo bisogna essere uniti». Per dirla in altre parole, le differenze territoria­li che si evidenzian­o nell’indagine dipendono dalle opportunit­à che i ragazzi trovano nel proprio Paese.

C’è poi un’altra chiave di lettura, tutta sociale: «Le classi sociali più basse, che non hanno viaggiato e studiato all’estero, che hanno subito una situazione di esclusione legata alla crisi economica, percepisco­no l’Europa come un’entità lontana che non li ha aiutati nel loro progresso». Per restituire fiducia, come conclude il rettore Anelli, anche chi forma e istruisce ha un ruolo: «Le università possono, per la loro vocazione universale e la naturale apertura alla circolazio­ne delle persone e delle conoscenze, favorire lo sviluppo di una rinnovata coscienza europea, attrezzand­osi per divenire sempre più laboratori di cultura e di innovazion­e scientific­a e sociale, nonché luoghi di dialogo».

Il rettore della Cattolica

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