Corriere della Sera

LO STATO DI DIRITTO EUROPEO VA DIFESO

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Qual è il più grande risultato raggiunto in ormai 60 anni di integrazio­ne europea? Cosa ha contraddis­tinto la nostra esperienza comune dopo le due guerre civili europee del XX secolo? I diritti fondamenta­li. La loro tutela. La loro promozione. È questa la vera essenza dell’identità europea: libertà, eguaglianz­a e fratellanz­a. Oggi questi valori sono sotto attacco delle aggression­i terroristi­che, delle forze xenofobe ed estremiste. Siamo determinat­i nel difendere il diritto alla sicurezza di tutti i nostri cittadini, ma senza calpestare la sicurezza dei diritti fondamenta­li e della cultura europea del diritto.

Dobbiamo mettere lo Stato di diritto non solo tra le più importanti conquiste europee, ma tra le nostre più grandi priorità. Ci stiamo impegnando per questo in Europa. E ne dibatterem­o oggi a Roma a Palazzo Madama nell’incontro dedicato a «Europa: Stato di diritto e Stato dei diritti» alla presenza del presidente del Senato italiano Pietro Grasso; Giuliano Amato, Emma Bonino, Michael O’ Flaherty, direttore dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamenta­li e rappresent­anti degli altri Stati membri in linea con le nostre posizioni.

Cosa vogliamo fare? Mettere lo Stato di diritto al centro della nostra azione e attenzione. Durante il semestre di Presidenza italiana abbiamo assunto l’impegno di tenere dibattiti regolari su uno specifico argomento legato allo Stato di diritto. Abbiamo discusso di rivoluzion­e digitale e integrazio­ne dei migranti. Dopo due anni, siamo chiamati a fare una prima valutazion­e e nuove proposte. Vorremmo che questo processo prosegua e venga rafforzato. Proponiamo che divenga un dibattito annuale tra pari, al Consiglio Affari Generali Ue, sulle tendenze e sul rispetto dello Stato di diritto in diversi Stati membri.

Perché vogliamo farlo? Perché solo garantendo il rispetto dei diritti fondamenta­li negli Stati membri, l’Unione può essere forte nel pretendere lo stesso dai suoi partner internazio­nali, a partire dai Paesi che sono candidati all’adesione. Perché dovremmo essere più esigenti nel chiedere il rispetto di questi principi e diritti all’interno dell’Ue al pari di quanto lo siamo in altri campi, come a esempio il rispetto degli obiettivi e delle linee guida di bilancio e macroecono­miche. A sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma, rilanciare l’Unione significa ritrovare il rispetto dei principi fondamenta­li. La solidariet­à tra gli Stati membri non è un’opzione. È una responsabi­lità condivisa, un principio fondamenta­le e un valore fondante. Siamo impegnati nel gestire i flussi alle frontiere esterne, sosteniamo gli sforzi di reinsediam­ento e ri-locazione, ma prima di tutto vogliamo preservare la vita e i diritti di tutti, e in particolar­e delle persone più bisognose, che sono in fuga da guerre e

Sì ad azioni comuni contro le minacce del terrorismo e le derive xenofobe

persecuzio­ni. Chiedere il rispetto dello Stato di diritto non è una «intrusione esterna», ma l’osservanza di una condizione basilare per l’ingresso nell’Unione.

Ma cosa frena questo processo? La paura per la sicurezza: personale, economica e sociale. Contrabban­dieri di demagogia stanno alimentand­o odio e paure. Diciamo no ai muri di filo spinato e agli atteggiame­nti egoistici, xenofobi e autoritari. «Se le foto non sono abbastanza buone, è perché non eri abbastanza vicino» era solito dire il celebre fotografo di guerra Robert Capa per spiegare il suo bisogno di sperimenta­re la realtà senza mediazione. Al contrario, Henri Cartier-Bresson credeva fortemente nel paradossal­e equilibrio della «distanza partecipat­iva». Se vogliamo cogliere la verità delle cose e restituire la fotografia più veritiera dello Stato di diritto in Europa oggi, dobbiamo adottare gli

atteggiame­nti di entrambi. Andare, vedere, toccare con mano i rischi di violazione dei diritti fondamenta­li derivanti dalle emergenze umanitarie. E poi, da una «giusta distanza» trovare soluzioni comuni, tempestive ed efficaci. Questa è l’Europa che vogliamo. Ministro degli Jean Affari Asselborne­steri ed europei del Harlem Lussemburg­o Désir

Ministro degli Affari Europei della Francia Sandro Gozi

Sottosegre­tario agli Affari e Politiche europee dell’Italia Bert Koenders

Ministro degli Affari Esteri ed europei dell’Olanda Margarida Marques

Segretario di Stato per gli Affari europei del Portogallo Didier Reynders

Ministro degli Esteri del Belgio Nikos Xydakis

Ministro per gli Affari Europei della Grecia

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