I turisti responsabili? Sono donne, laureate giovani e single
Sostenibilità, etica ed ecoturismo: l’identikit dei viaggiatori «buoni»
Hotel Capo d’Orso Il Tombolo di costa ci sono ben 45 centri di talassoterapia. A 15 minuti di taxi dall’aeroporto di Tunisi e a 500 metri dalla battigia, lungo quel litorale ritenuto al riparo da estremismi, The Residence Tunis è un resort sulla spiaggia con eccellente centro di talassoterapia, dove il rapporto qualità-prezzo è davvero sorprendente. L’acqua delle piscine, anche se filtrata, mantiene intatto plancton, sali e oligoelementi che alla temperatura di 32° liberano particelle antibatteriche curative. Intorno ci sono le 18 buche del golf club disegnato dall’archistar Robert Trent Jones II e a pochi minuti d’auto il paesino bianco e azzurro di Sidi Bou Said amato da Paul Klee. Il valore aggiunto, qui, è il clima: i
Masseria San Domenico benefici dell’acqua di mare sono potenziati da una temperatura primaverile, anche d’inverno.
Lo stesso clima mite, a tratti estivo, soprattutto in questo periodo, si respira in Grecia, ad Atene: a mezz’ora dall’aeroporto, il Divani Apollon Palace & Thalasso è un hotel sul mare, affiliato alla collezione Leading, e in questo periodo dal lusso accessibile (100 euro a testa): l’enorme Spa ospita un centro rinomato di talassoterapia. Ma per tutto ottobre, nelle giornate più calde, ci si può tuffare in mare. E per un trattamento esfoliante diverso, a 5 minuti di autobus c’è il lago Vouliagmeni. Vi diranno che l’acqua è calda, ma non è vero: in compenso il mix di sali cura disturbi cutanei, mal di schiena, artrite e persino disturbi ginecologici. Ma soprattutto piccoli pesciolini, si prenderanno cura di voi, mordicchiandovi, per una pedicure naturale. percorsi naturalistici, storici, artisticiculturali, religiosi e enogastronomici, con eventi e attività gratuite. A Barberino Val d’Elsa, due percorsi di quasi 10 km che si concludono alle Briglie, antiche opere di ingegneria idraulica, oppure al Giardino sottoVico, con una collezione di piante grasse unica. A Bergolo (Cuneo) visita alla piccola Pieve romanica del XII secolo e al nuovo Teatro della Pietra. Quasi ovunque, onsapevolezza. E’ la parola d’ordine del turista responsabile che sceglie il viaggio con la volontà di rispettare il territorio visitato, favorendo l’economia locale per alloggi e spostamenti. Con un dato confermato da ricerche e tour operator specializzati nei viaggi sostenibili: il 67.8 per cento dei turisti responsabili sono donne. Un primo identikit del viaggiatore «buono» rispettoso delle culture e dell’ambiente, porta subito a una distinzione per capirne l’appartenenza: responsabile, sostenibile, ecoturista ed etico. E qui si moltiplicano le sfumature del viaggio, altamente personalizzabili ma tutte con lo scopo di tralasciare le modalità «leisure», puntando alla conoscenza diretta della vita dei residenti. Il «responsabile» massimizza i benefici per i locali, minimizza le conseguenze negative sui contesti sociali e ambientalisostenendo le popolazioni.
Secondo la ricerca di Formazioneturismo.com, hub virtuale per operatori turistici (con un campione di 1250 persone) il turista responsabile è donna, 67.8 per cento, con istruzione medio-alta, il 46.5% sono laureati (reddito mensile fra i 1.000 e 2.000 euro), mentre la fascia di età più rappresentata 43,5% è quella fra i 26 e i 35 anni. Del campione intervistato il 53,4% è single. La formula sostenibile mette l’accento sulla gestione delle risorse in modo che il viaggio non crei squilibri nel tessuto sociale ed economico. Accetta queste regole di base anche l’ecoturista che ha però la priorità di visitare ambienti incontaminati e sceglie comunque viaggi di cui possono beneficiare economicamente i locali. Regole a cui si attengono rigidamente escludendo viaggi in aereo, fonte di gran parte di emissione CO2, e preferendo viaggi indipendenti per non cadere nelle inevitabili esigenze commerciali dei tour operator, che per quanto possano offrire viaggi «eco» soggiacciono alle regole del mercato.
Il documento fondamentale. redatto dalla Conferenza di Lanzarote patrocinata dal WTO (Organizzazione mondiale del turismo) e dall’Unesco nel 1995, raccoglie 18 principi seguiti anche dalla tipologia più recente, quella del turista etico che viaggia privilegiano organizzazioni che lottano contro l’ ingiustizia sociale, tutelano i diritti umani e preservano fauna e flora.
Il concetto di consapevolezza torna in un’altra ricerca (del febbraio di quest’anno) realizzata da Ipr Marketing e Fondazione UniVerde: «Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo» indica che il 74 per cento degli italiani conosce a grandi linee il turismo responsabilesostenibile e il 60% è convinto che sia un tipo di viaggio che si affermerà sempre di più.
«I dati ci dicono - dice Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, che ha tra le sue finalità la valorizzazione del sostenibile – come gli italiani siano sempre più sensibili a questi temi, riducendo l’impatto dei propri sposamenti e considerandolo un elemento importante nella scelta delle vacanze». Non a caso il turista che sceglie queste formule è disposto a spendere fino al 20% in più rispetto a un viaggiatore tradizionale (dati Formazioneturismo). Il presidente di Aitr Maurizio Davolio (Forum sul turismo responsabile a Reggio Emilia il 25 e 26 novembre www.aitr.org) traccia una distinzione fra l’Italia e gli altri Paesi: «All’estero questo tipo di viaggi è rivolto esclusivamente al Sud del mondo, così li concepiscono inglesi, francesi e tedeschi; mentre da noi è una modalità che può riguardare l’Italia stessa e altri Paesi europei».
Questa tipologia di turista si specchia nelle mete che sceglie, ma molti Paesi a loro volta valorizzano questi viaggi: come Costarica (Lapa Rios Eco Lodge www.laparios.com), Thailandia, Marocco, Tanzania e Belize dove sono aumentati esponenzialmente gli ecoresort e i percorsi a piedi o in bicicletta realizzati da privati o dagli Enti del turismo; nel caso del Marocco, sulle catene dell’Alto e Medio Atlante (Kasbah du Toubkal Ecolodge kasbahtoubkal.com). Il geoturista fa un passo in più rispetto all’eco-viaggiatore perché aggiunge alla ricerca di mete green e al rispetto delle popolazioni, l’idea e la pratica di «senso del luogo» per una full immersion esperienziale. A livello europeo earth-net.eu (European Alliance of Responsible Tourism and Hospitality) è la prima rete continentale che ha come obiettivo lo sviluppo del turismo sostenibile e ha fra i suoi media partner www.travindy.com sito aggiornato con news e occasioni di viaggio per il turismo responsabile. E dalla rete Earth arriva l’ultima tendenza sviluppata da una richiesta in crescita: il volonturista nella variante dedicata agli animali selvatici per progetti di cura e tutela, anche senza partire per l’estero: in Italia Legambiente, Lipu, Wwf, Lav.it e Oipa.org hanno programmi in centri di recupero fra cui quello di Lampedusa per le tartarughe (lampedusaturtlegorup.org); all’estero le attività di www.leoafrica.org coordinano il volontariato nel parco sudafricano Marakele dove vivono anche rinoceronti; per Tanzania e Uganda (da quest’anno) l’istituto dell’etologa Jane Goodall (www.janegoodall.org) ha posizioni aperte per il volontariato di tutela degli scimpanzé e di altri primati.