Corriere della Sera

Moda «veloce» Il cappotto? Meglio di no

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Noi mamme ai saldi giochiamo d’anticipo: comperiamo il piumino per i figli di due taglie più grandi, così sarà perfetto per l’inverno successivo. L’acquisto del capospalla «importante» ormai sopravvive solo negli armadietti dei piccoli, perché i bimbi crescono, le mode passano e l’acquisto costoso è ammesso solo se è a metà prezzo. Per i grandi, invece, la regola del «capo buono» in liquidazio­ne è preistoria da grandi magazzini: la fast fashion ci vizia sfornando nuove collezioni ogni mese e anche la moda con la M maiuscola ci invita a consumare in fretta. La nuova frase è «see now, buy now»: l’attesa del piacere non è più essa stessa piacere, ma un tempo da polverizza­re per passare subito a nuovi piaceri. Lo stivale, la borsa, il cappotto in cammello e il blazer che «ti durano una vita» sono sorpassati da capi che sopravvivo­no al massimo una stagione, non sempre facili da portare, ma comunque da comperare a cuore leggero (tanto hanno la data di scadenza sul cartellino). Per il sociologo Franco Ferrarotti la spiegazion­e è banale: spendere per qualcosa da indossare è un investimen­to sul futuro. Noi che viviamo nell’immediato non sviluppiam­o pensieri per l’avvenire (eccezione fatta per i nostri figli, e peccato che crescano così in fretta). (michela proietti)

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