Corriere della Sera

Il calciatore che rifiuta 12 milioni dai cinesi

Kalinic della Fiorentina: avrei guadagnato 10 volte di più, resto nel calcio che conta

- di Alessandro Bocci

«Isoldi non sono tutto nella vita»: parola di Nikola Kalinic, bomber della Fiorentina che, in un’intervista al Corriere racconta della mega offerta ricevuta per giocare in Cina, 12 milioni all’anno. «Dieci volte il mio stipendio». Allora perché rinunciare? «Ho un’idea precisa: affrontare i grandi campioni e giocare partite importanti. Volevo restare nel calcio che conta. Non giudico chi ha fatto altre scelte».

«Non valgo i 50 milioni della clausola», si schermisce Nikola Kalinic, abbassando gli occhi e il tono della voce, a disagio di fronte alle cifre pazzesche che agitano il calcio.

Il centravant­i della Fiorentina, che stasera contro l’Udinese tornerà al centro dell’attacco per guidare la disperata rincorsa viola all’Europa, spiega le ragioni del no alle proposte del Tianjin.

I cinesi, per averlo, erano pronti a mettere sul piatto 12 milioni di euro a stagione, dieci volte quello che guadagna a Firenze. Eppure Kalinic ha deciso di rimanere. E nella sede del Corriere Fiorentino, sulle rive dell’Arno, racconta il suo gennaio di passione. «È stato un mese lungo e complicato, ma ho cercato di mantenere la concentraz­ione sul lavoro. Del resto, la scelta l’avevo fatta: Firenze e la Fiorentina».

C’è stato un momento in cui si è sentito vicino alla Cina?

«Con un sì sarebbe stato tutto fatto. Anche se non so cosa avrebbe detto la società».

Cosa l’ha spinta a rifiutare una proposta quasi indecente?

«Premetto che non so di preciso quanto fosse l’offerta. Ma i soldi non sono tutto nella vita. Sono arrivato nel calcio vero da appena un anno e mezzo e non volevo andarmene. Penso di avere ancora tanto da dare e da fare in Europa. Ho un’idea precisa in testa: affrontare i grandi campioni e giocare partite importanti».

Cannavaro insiste, però.

«Mi ha chiamato a gennaio. Ma per me il discorso è chiuso e non si è mai riaperto».

La Fiorentina come si è comportata? Le ha mai fatto pressioni di qualche tipo?

«Nessuna. Due settimane fa ho parlato con il presidente Andrea Della Valle che mi ha detto di essere contento della mia scelta».

E Paulo Sousa le ha dato dei consigli?

«Solo di pensarci bene. È un grande allenatore e gli devo tutto. Mi ha voluto qui e mi ha fatto rinascere».

Il gol alla Juve è servito a chiarirle le idee?

«Quando l’ho segnato avevo già fatto la mia scelta. Libera e felice».

Dire no a così tanti soldi non è da tutti. Si sente eccezional­e?

Clausola I 50 milioni di clausola? Non li valgo, nessuno li pagherà

«Non giudico gli altri, ho fatto quello che mi andava».

Ma in futuro si vede ancora alla Fiorentina?

«A Firenze la mia famiglia sta bene, qui mi sento a casa e il rapporto con la città è molto bello. L’affetto ora è persino aumentato».

Fiorentina A Firenze mi sento a casa e ora l’affetto è persino aumentato Il futuro Devo tutto a Sousa Andasse via farei una riflession­e in più

Resterebbe anche senza Paulo Sousa?

«Dovrei fare una riflession­e in più. La sua presenza è molto importante. In ogni caso ho due anni di contratto».

L’allenatore sembra diverso rispetto alla prima stagione, più distaccato.

«Con noi è sempre lo stesso. Concentrat­o sul lavoro per farci migliorare ogni giorno».

Però la Fiorentina è indietro in classifica. Crede ancora all’Europa?

«La sconfitta di Roma è stata un colpo duro. Sarà difficile rimontare, abbiamo tante squadre davanti anche se alcune sono vicine. Dobbiamo sbagliare poco».

Chi è il difensore che l’ha messa più in difficoltà?

«Bonucci e Koulibaly».

E l’attaccante più forte?

«Non c’è ombra di dubbio: Higuain».

Anche se nella Juve gioca il suo connaziona­le Mandzukic...

«Mario è forte e tosto, un amico prima che un rivale per la Nazionale. Con lui e Perisic ci sentiamo spesso».

In estate poteva andare al Napoli.

«Discorsi. Una cosa però posso dirla: lo scudetto lo vincerà la Juve, ma il calcio più bello è quello di Sarri».

Perché pensa che vincerà la Juve?

Champions È il mio obiettivo, l’anno prossimo avremo più possibilit­à

«Lo dico con una parola: mentalità. La Juve ha quella giusta».

Cosa pensa della sua clausola rescissori­a fissata a 50 milioni?

«Non valgo quei soldi e credo che nessuno li spenderà per me. In ogni caso non l’ho chiesta io: ne hanno discusso il club e il mio procurator­e».

La Champions è un traguardo?

«Vorrei giocarla. Quest’anno è quasi impossibil­e, ma tra un anno avremo più possibilit­à di raggiunger­la».

In Inghilterr­a, al Blackburn, ha fallito: si è dato una spiegazion­e?

«Era la prima volta che andavo via di casa, non capivo la lingua e la squadra giocava solo con i lanci lunghi. Così sono ripartito dal Dnipro in Ucraina. E me la sono vista brutta: credevo che non avrei avuto una nuova chance. Anche per questo, quando è arrivata la telefonata della Fiorentina, non ci ho pensato due volte».

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