Corriere della Sera

Se l’anello «classico» è fatto con la tecnologia 3D

Andrea Visconti: la montatura è del 30% più leggera, credere nell’innovazion­e ci ha salvati dalla crisi

- Enrica Roddolo

«Un anello di fidanzamen­to per dire ti amo, ma non solo. Sempre più i solitari, con diamante o gemme colorate di valore dagli zaffiri ai rubini e agli smeraldi, sono diventati anche gioielli-investimen­to», dice Andrea Visconti, con il fratello Fabrizio alla guida dell’azienda di famiglia che porta il nome del fondatore, Giorgio Visconti. «Mio padre aveva imparato da garzone in una delle manifattur­e di oreficeria-gioielleri­a del distretto valenzano, e nel dopoguerra si mise in proprio».

Negli anni Cinquanta, Giorgio Visconti iniziò così a vendere i suoi prodotti sul territorio, poi con il boom dei ’60, le prime fiere di Basilea e negli Usa. E gli anelli-pegno d’amore (ma non solo) sono da allora la pièce de résistance di Giorgio Visconti. «Il segreto è stato, in tempi di crisi per il distretto orafo nel suo insieme, continuare a scommetter­e sull’innovazion­e — spiega Visconti —. L’abbiamo fatto con l’adozione di tecnologie 3D che consentono non solo di velocizzar­e i processi produttivi ma di creare gioielli più leggeri, fino al 30%. Maggior leggerezza che si traduce poi anche in prezzo più accessibil­e: il valore dell’oro-bene rifugio è lievitato e montature pesanti come un tempo sono divenute improponib­ili. Le nuove montature sono dunque più leggere, senza nulla togliere al ruolo principe della pietra che rimane il cuore di ogni anello di fidanzamen­to. Anelli che, ripeto, ormai sono usciti dal confine della promessa d’amore e sono diventati anelli da acquistare, per il proprio piacere, o per investimen­to».

La maison Giorgio Visconti ha sempre seguito con attenzione il mercato globale, negli anni 80 ha aperto uffici a Kyoto e in Florida, e poi in Russia. «Da ultimo abbiamo scommesso sulla Cina — racconta Visconti —. Ma non la Cina dell’élite super danarosa di Pechino o Shanghai ma quella delle megalopoli di secondo livello dove vive la nuova classe media che coltiva un gusto più raffinato, ama il made in Italy e non viaggia nel mondo per far shopping (perché non teme i riflettori della campagna di moralizzaz­ione dei consumi L’anello «Infinito» di Giorgio Visconti: l’utilizzo della tecnologia 3D ne ha ridotto il peso del 30 per cento di lusso indirizzat­a ai super ricchi). Dopo l’apertura di un monomarca a Shanghai, e di 4 shop in shop, nel 2017 ne apriremo altri oltre a un monomarca in Giappone che torna strategico. Poi andremo in Corea del Sud». Già, cinesi e asiatici amano il solitario, emblema di way of life occidental­e. «A proposito di anelli — chiude Visconti — ormai il business orafo ha preso due vie: quella dei gioielli-investimen­to come il solitario, o quella dei monili-moda che completano il look. Doppia anima che il made in Italy porta avanti con talento».

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 ??  ?? Andrea Visconti, con il fratello Fabrizio guida dell’azienda di famiglia, nel settore della gioielleri­a, che porta il nome del fondatore, Giorgio Visconti
Andrea Visconti, con il fratello Fabrizio guida dell’azienda di famiglia, nel settore della gioielleri­a, che porta il nome del fondatore, Giorgio Visconti

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