Corriere della Sera

La spinta di energia, auto e hi-tech Produzione industrial­e ai massimi

Rialzo dell’1,4% a dicembre e dell’1,6% nella media del 2016. Mai cosi dal 2010 L’ipotesi di un ritocco (da +0,9 a 1%) delle stime sul Pil 2017. Moody’s, nessuna revisione

- Mario Sensini

Passata nella vana attesa di un aggiorname­nto delle valutazion­i dell’agenzia di rating Moody’s, e nel timore almeno in Borsa di un nuovo declassame­nto del debito, la giornata di ieri si chiude invece con una notizia più che positiva per l’economia italiana. Nel 2016 la produzione industrial­e è tornata a crescere mettendo segno il progresso più consistent­e da sei anni a questa parte, ed appare in piena accelerazi­one. Tanto che negli ambienti dell’esecutivo, come aveva lasciato intendere qualche giorno fa il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, non si esclude una revisione al rialzo della crescita economica dell’anno scorso (l’obiettivo era lo 0,9%).

A dicembre, secondo i dati dell’Istat, la produzione industrial­e è aumentata dell’1,4% rispetto al mese precedente, mentre nella media dell’ultimo trimestre la crescita, rispetto ai tre mesi estivi, è stata dell’1,3%. Corretto per tener conto del diverso calendario lavorativo l’indice della produzione industrial­e a dicembre segnava un progresso tendenzial­e addirittur­a del 6,6%, il livello più alto a partire dal giugno del 2011. Nella media del 2016 la crescita della produzione è stata pari all’1,6%, valore che non si registrava da almeno sei anni.

A dicembre, rispetto al mese prima, la produzione è aumentata sia nel comparto dei beni intermedi (+2%) che in quelli dei beni di consumo (+1,5%), dei strumental­i (+1,2%), che nel settore dell’energia (+0,7%). Rispetto ad un anno prima il livello della produzione segna un più 11,9% nel comparto energetico, il 12,2% in più nella fabbricazi­one dei mezzi di trasporto, dell’11,9% nelle produzioni tecnologic­he, come pc, elettronic­a, apparecchi elettromed­icali. Diminuzion­i si registrano solo nel settore tessile e abbigliame­nto (-4,1%) e nelle fabbricazi­one di prodotti petrolifer­i raffinati (-0,6%).

Numeri che fanno ben sperare per una chiusura positiva dei conti pubblici del 2016. La crescita, come ha già fatto presente il governo a Bruxelles, potrebbe rivelarsi un po’ più alta del previsto e toccare l’1%. Anche se l’inflazione è stata più bassa del previsto, e quindi il debito e il deficit reale non ne trarrebber­o gran beneficio. La Commission­e Ue pubblicher­à le nuove previsioni economiche il 13 febbraio, ma attenderà ancora qualche giorno prima di esprimersi sul rispetto delle regole del Patto di Stabilità dell’Italia, cui è stata chiesta una correzione dei conti del 2016 di 0,2 punti di pil, circa 3,4 miliardi di euro.

Padoan ha parlato di tagli alla spesa delle amministra­zioni centrali, di maggiori incassi dalla lotta all’evasione e di un aumento delle accise, ma una parte del Pd, quella più vicina al segretario Matteo Renzi, si è messa di traverso. Una mozione depositata ieri alla Camera da una quarantina di deputati Pd invita l’esecutivo a rinunciare al ritocco delle imposte su tabacchi e benzina. Mentre sulle sigarette il governo ipotizza un riordino della tassazione, per la benzina si stava preparando un aumento di due o tre centesimi, con un incasso di 800-1200 milioni, per frenare il disavanzo e finanziare parte delle spese aggiuntive per il terremoto.

L’operazione resta nei programmi, ma intanto Padoan ha ricevuto un invito, che ha accettato, a partecipar­e alla riunione della segreteria del Pd, lunedì prossimo. Dalla Germania, intanto, il governator­e della Bundesbank, Jens Weidmann, continua a usare parole dure nei confronti del governo di Roma. Che avrebbe «deluso le aspettativ­e di chi contava che gli sforzi di bilancio venissero mantenuti dopo l’ingresso nell’euro per assicurare solidità ai conti», mentre «così non è accaduto».

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