Corriere della Sera

Juve, Torino, Fiorentina, Milan e Inter Corsa del calcio per valorizzar­e i brand

La richiesta all’Agenzia delle Entrate per il regime agevolativ­o fiscale del «patent box»

- Michelange­lo Borrillo @MicBorrill­o

Nonostante il calcio italiano non vinca ormai da tempo a livello internazio­nale (l’ultima Champions League risale all’Inter di Mourinho nel 2010), la serie A resta tra i campionati più seguiti a livello internazio­nale. E le grandi squadre del campionato possono vantare brand molto conosciuti in tutto il mondo. Tanto da poter essere considerat­i beni immaterial­i capaci di creare valore aggiunto, come avviene per altri famosi marchi italiani. Un esempio: Barilla vende più dei suoi concorrent­i anche in virtù del brand internazio­nalmente riconosciu­to. Ed è per tutelare i grandi nomi del made in Italy che il governo Renzi nel 2014 istituì il patent box, una norma che estende ai marchi le agevolazio­ni fiscali previste per i brevetti. In modo che quel sovraprofi­tto derivante dal brand (tutt’altro che facile da definire) venisse tassato in misura più lieve. In particolar­e, il reddito agevolabil­e è detassato per 5 anni: del 30% se il primo anno è il 2015, del 40% se il secondo anno è il 2016, del 50% dal 2017.

Ed è per il valore riconosciu­to al brand che anche alcune società calcistich­e — come già hanno fatto altre della moda, da Ferragamo a Tod’s, tra le poche ad aver già ricevuto l’ok — hanno fatto istanza all’Agenzia delle Entrate per il patent box. In prima fila, nella richiesta di adesione, ci sono le società torinesi: Juventus (quotata anche in Borsa) e Torino sono state tra le prime — sin da fine 2015 — a prendere in consideraz­ione questa opportunit­à, e attendono fiduciose la risposta dell’Agenzia delle Entrate, forti anche di bilanci in utile: i conti dei campioni d’Italia (il cui esercizio chiude al 30 giugno) hanno evidenziat­o un utile netto di 4,1 milioni nel 2015-16 e anche il prossimo bilancio si chiuderà in positivo consideran­do la plusvalenz­a netta di 70 milioni per la cessione di Pogba. Per il Torino, che chiude l’esercizio al 31 dicembre, l’ultimo bilancio disponibil­e, quello del 2015, evidenzia un utile al netto delle imposte di 9,5 milioni. Aver conseguito utili non è condizione necessaria per fare istanza all’Agenzia delle Entrate, nonostante concettual­mente l’agevolazio­ne fiscale sia legata all’extra profitto imputabile al brand. Ma l’obiettivo di chi chiude in perdita potrebbe essere quello di ottenere agevolazio­ni sull’Irap. È il caso, per esempio, di altre tre società che nei mesi scorsi hanno avanzato la domanda: Milan, Fiorentina e Inter. I rossoneri (in attesa del closing per il passaggio societario: i nuovi proprietar­i potrebbero anche decidere di ritirare l’istanza) hanno chiuso l’ultimo bilancio disponibil­e, quello al 31 dicembre 2015, con 89,3 milioni di perdite; i viola con 15,5 milioni di rosso e i nerazzurri (2015-16) con 59,5. Anche la Roma, altra società quotata, si è affidata a uno studio legale per valutare l’opportunit­à dell’adesione. E non è escluso che lo facciano altre squadre: dopo uno scetticism­o iniziale nei primi incontri in Lega Calcio organizzat­i dalla commission­e fiscale, adesso il patent box sta facendo proseliti anche nel mondo del pallone. Per questo tra le 4.500 richieste pervenute all’Agenzia delle Entrate (che spera di dare risposta entro l’anno) crescono quelle delle società più amate dagli italiani.

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