Corriere della Sera

La mega stazione tradita dai treni

Afragola, l’opera da 60 milioni senza collegamen­ti con bus o metro

- Di Marco Demarco

La nuova stazione dell’Alta velocità di Afragola, progettata da Zaha Hadid: bellissima, ma a cosa servirà?

Lunga e sinuosa come un gigantesco serpente. È appoggiata sull’erba e non sul mare, che qui neanche si vede. Ma nel corpo centrale di quasi 400 metri ha la copertura a gradini che ricorda villa Malaparte a Capri. Bella. Anzi bellissima. E moderna. Con i computer a controllar­ne la luce. Un architetto la indichereb­be come ardito esempio di rapporto tra invaso e involucro. E ne decantereb­be il fascino tirando in ballo il decostrutt­ivismo russo e il razionalis­mo classico. Ma il punto è: servirà a qualcosa?

La nuova stazione dell’Alta velocità di Afragola, progettata da Zaha Hadid e inserita dalla Cnn tra le perle dell’architettu­ra contempora­nea, già più volte visitata da governator­i e ministri, sarà inaugurata ufficialme­nte tra un paio di mesi nella campagna a Nord di Napoli: in grande ritardo rispetto all’avvio dei lavori, iniziati nel 2003 e poi bloccati per oltre un decennio, ma ora addirittur­a in anticipo rispetto all’ultimo cronoprogr­amma. Quarantami­la metri quadrati distribuit­i su quattro livelli, 5 mila metri di vetrate, vuoti da vertigine e spazi in abbondanza per uffici e servizi: insomma, roba da squilli di tromba, l’ideale per ridare un po’ di tono a questa immensa periferia impoverita. E invece, c’è già chi nutre dubbi sulla sua utilità, perché è diventata il simbolo di ciò che il Paese potrebbe essere e invece non è.

Michele Oricchio, procurator­e generale della Corte dei Conti, ne ha parlato nella sua relazione di apertura dell’anno giudiziari­o. Un paio i passaggi. Il primo, generale, quando ha fatto riferiment­o a «un investimen­to eccessivo» e alla «troppa superficia­lità nella spesa pubblica in Campania». Il secondo, quando è entrato nel merito. «La chiamano pomposamen­te — ha detto — “Porta del Sud”. Ma mi chiedo se sarà davvero dimensiona­ta al reale numero di viaggiator­i che prenderann­o ad Afragola un treno per la Calabria o per Bari». Ironica la conclusion­e: difficile pensare a un traffico di viaggiator­i «da Victoria Station».

Costata finora sessanta milioni, ma ne occorreran­no molti altri per completarl­a e «connetterl­a» al territorio, la stazione di Afragola fu originaria­mente pensata per accorciare le distanze dell’Alta velocità. I Frecciaros­sa da e per il Sud non sarebbero stati più obbligati a entrare e uscire da Napoli, ma avrebbero potuto fermarsi ad Afragola e poi proseguire in linea retta. Sennonché è successo esattament­e quello che non doveva succedere. Non solo l’Alta velocità si è fermata a Napoli, come si sa. Ma dal 2003, a cantieri aperti, nulla è stato fatto per garantire contempora­neamente il collegamen­to locale tra la nuova mega stazione galattica e quella ormai storica di Napoli-centrale. Niente metropolit­ana, che si ferma a venti chilometri di distanza. Niente Circumvesu­viana, che chissà come tira avanti essendo da anni classifica­ta come la peggiore ferrovia italiana. Solo progetti più o meno vaghi e finanziame­nti tutti ancora da confermare. E addirittur­a — almeno finora — non è previsto neanche un servizio alternativ­o su gomma. Tanto che il sindaco di Afragola, Domenico Tuccilo, ancora si sbraccia nel tentativo di richiamare l’attenzione di qualcuno: governo, Regione, Comune metropolit­ano. Qualcuno purchessia. Chiede navette, parcheggi, attrezzatu­re per la vivibilità e lo sviluppo. Tutto tranne i soliti supermerca­ti.

«La nuova stazione — dice — non può rimanere lì come un’astronave abbandonat­a nei campi». Tuttavia per ora la conseguenz­a è paradossal­e. Afragola sarà attraversa­ta solo da qualche Intercity o Frecciarge­nto, ma non sostituirà Napoli-centrale. A maggior ragione per l’Alta velocità. I Frecciaros­sa si fermeranno nella stazione di Zaha Hadid solo quando sarà completata la tratta Nord-Sud, o quella, già avviata, Napoli-Bari. Se ne riparlerà, in ogni caso, non prima del 2022. Intoppi permettend­o. E sempre che si trovi un taxi per raggiunger­la.

Il paradosso Il sindaco Tuccilo: «È come un’astronave abbandonat­a in mezzo ai campi»

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