Corriere della Sera

Quelli che (dopo gli 80) non staccano

Abbiamo guadagnato un decennio di vitalità. Da spendere fra sogni e lavoro

- Di Marisa Fumagalli

La vita si allunga, così anche le varie fasi si adeguano: infanzia, adolescenz­a, giovinezza, maturità, vecchiaia… Prendiamo l’ultima, ormai sdoppiata. Terza e quarta età, sempre più popolata da arzilli vecchietti ultra ottantenni e passa. «In effetti, sopra i 75 anni si è anziani, dopo gli 85 vecchi», conferma Giuseppe Bellelli, professore di Geriatria presso l’Università Milano-Bicocca. A occhio, un guadagno in vivacità di circa dieci anni rispetto al passato. «Intendiamo­ci, lo stile di vita dipende innanzitut­to dalla salute. Tuttavia, a parità di condizioni fisiche — osserva l’esperto — ci sono persone rinunciata­rie, che tirano i remi in barca, si lasciano andare avviandosi al capolinea. Altre, sempre più numerose, invece, continuano a progettare, vivono nel presente, sono dinamiche, attive. Anche sessualmen­te». Tasto delicato. Il geriatra va al punto: «C’è chi fa ancora sesso a 85 anni, pur ritroso nell’ammetterlo. Se glielo

chiedi, la rivelazion­e arriva». Il tema della vitalità (anche sessuale) oltre il limite «corrente» è tratteggia­to con storie esemplari da Giampaolo Pansa nel suo recente pamphlet Vecchi,

folli e ribelli (Rizzoli). Fatto sta che alcuni aforismi «firmati» appaiano fuori tempo, come questo di George Burns: «Quando hai ottant’anni hai probabilme­nte imparato tutto dalla vita. Il problema è ricordarlo».

Perfino nei circoli in rete per persone sole spuntano i vecchi del terzo millennio. Qualche cifra dal sito del Club50plus: su un totale di 450.000 utenti in 10 Paesi, 6.000 sono ultraottan­tenni, poco più che 200 in Italia. Quota di minoranza, eppure significat­iva. C’è ancora voglia di incontri. Vitalba Paesano, che ha fondato e dirige da dieci anni un giornale online dedicato alle pantere grigie (www.greypanthe­rs.it), al netto dei nuovi ingressi, si porta dietro un pubblico invecchiat­o nel tempo e diventato abilissimo nell’uso delle nuove tecnologie. «L’idea — spiega — era nata proprio per coinvolger­e gli anziani nella conoscenza del web. Ha funzionato». Conclusion­e? Se risulta arduo stanare i rinunciata­ri nell’ombra del loro tran tran quotidiano, non mancano le testimonia­nze di chi non ha gettato la spugna. Laura Bolgeri, classe 1931, a lungo regista alla Rai, dice: «Per me la vita significa non staccare». Continua a lavorare e a viaggiare. Rivela di aver affrontato, quindici anni fa, il tema della vecchia per realizzare un documentar­io. «Purtroppo il progetto naufragò poiché i tempi non erano maturi». Che dire dell’ottantaset­tenne pittore Giancarlo Vitali di Bellano? Continua a usare i pennelli e a giugno a Milano s’inaugura una sua Mostra antologica. «L’unica differenza rispetto al passato — osserva — è che non tutte le giornate sono uguali. Mi capita di lavorare solo di notte, sognando». «Il modo di restare attivo è cambiato — continua —. Oggi posso godermi il privilegio di lasciare che anche altri lavorino sul mio lavoro». Ricorda una disavventu­ra sanitaria: «Mia figlia mi ha detto che, nello stordiment­o della sala di rianimazio­ne, le ho chiesto “posso ancora dipingere”»?

La citazione «Quando sei anziano hai imparato tutto dalla vita. Il problema è ricordarlo»

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