Corriere della Sera

Negli appartamen­ti

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A Dori l’illuminazi­one è venuta venerdì. Ha preso la farina e ha impastato tutta la notte. Ha riempito due vassoi di pagnottine e ha chiesto a papa Francesco di benedirle: «Così potrà donarle alle persone malate di questo quartiere che non hanno avuto il mio privilegio». Dori Falcone ha 57 anni e vive al civico 38 delle Case Bianche di via Salomone. Neppure più ricorda quando è cominciato il calvario del marito, Lino Pasquale, due anni più anziano di lei, una malattia dopo l’altra che hanno fiaccato il fisico e la mente e lo hanno costretto a letto dal 2013. «Questo è un giorno speciale per me e per lui», ripete e ancora non ci crede: «Uno si aspetta che il Papa vada nei villaggi poveri lontani. Ma qui, in una famiglia normale? Chi l’ha mai vista una cosa straordina­ria così?».

La visita del Papa è durata qualche minuto: «Il suo sorriso ha subito riempito la nostra casa». Racconta Dori, ancora emozionata, che il Santo Padre «non ha mai smesso di sorridere e quello è stato il suo modo di parlarmi. È andato a salutare mio marito e poi l’ho preso per mano e l’ho portato in cucina. Gli ho chiesto di affacciars­i alla finestra e di guardare giù. “Hai visto quanta gente ti vuole bene?”, gli ho detto».

Cambio di scena, uguali emozioni. Nuccio Oneta ha 82 anni e un grande cruccio: la Papa Francesco ha fatto visita ad alcune famiglie residenti nelle Case Bianche di via Salomone, a Milano. Tra queste: la famiglia di Mihoual Abdel Karim, la moglie Tardane e i figli Nada, Jinane e Mahmoud (foto in alto) e quella di Dori Falcone (sopra)

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