Corriere della Sera

I detenuti commossi: ci ha fatto sentire liberi

La tappa nel carcere di San Vittore. Le lacrime, gli abbracci increduli, il pranzo con il Pontefice «Trasmette voglia di vivere». «Gli ho anche scroccato metà della cotoletta». Ecco i loro racconti

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Non ci credo ancora, penso di aver sognato. Fino a poco fa ero seduto a tavola con il Papa. Lo vediamo sempre da lontano e invece oggi abbiamo condiviso il cibo, era così vicino e umile. Un uomo tra gli uomini. Un grande esempio di vita e speranza. Fatjon Marku

Quando sapevo che ero in lista a mangiare con il Papa saltavo di gioia. Alle 12 scendiamo e ci sediamo nei nostri posti già assegnati. All’improvviso sento silenzio e poi la sua voce. Mi sono emozionato come un bambino. Lo vedo. Stringe la mano a tutti e arriva il mio momento. «Mi benedica», e lui mi mette una mano sulla fronte. Non ci sono parole, me lo ricorderò per sempre. Antonio Caputo

Mi ha fatto capire che non siamo dimenticat­i anche se siamo detenuti. Col suo gesto mi ha detto che c’è sempre una opportunit­à per ricomincia­re una nuova idea di vita futura. Josè Alberto

Mi chiamo Khalid, sono stato il ragazzo più fortunato perché ho potuto mangiare proprio di fronte al Papa. Una emozione indescrivi­bile. È un uomo molto aperto e socievole. Gli ho anche scroccato metà della sua cotoletta. E ho fatto contenti tre miei compagni portando loro il suo autografo. Boudlar Khalid

Oggi avuto fortuna di salutarti, guardarti negli occhi e vedere quanto sei una persona buona e forte. Trasmetti voglia di vivere ma soprattutt­o di costruire per chi come me si trova in difficoltà. Grazie infinite. Sekouri Mustapha

Ho 29 anni, sono sposato, ho sempre desiderato venire da te e invece sei venuto tu da me: che regalo bellissimo. Tutte le sere prego per rivedere presto la mia famiglia che non vedo da 5 anni. Se ogni abitante del mondo potesse guardarti anche una sola volta non esisterebb­e il male. Paloka Melsed

Ho 23 anni e mi chiedo quanti alla mia età possono dire di avere sentito il cuore davvero colmo di gioia. A me paradossal­mente è successo tra le grigie mura di un carcere che oggi con l’arrivo del Papa non aveva più muri ma solo

sentimenti. Alessandro Di Luzio

Mi si è avvicinato e mi ha preso le mani. Gli ho chiesto di perdonare me e i miei compagni di sventura mentre i nostri sguardi si incontrava­no. Mi ha messo le mani sulla testa e mi ha benedetto. Non so quale forza mi ha spinto a dargli un bacio di gratitudin­e. Ivan Accordi

È stato indescrivi­bile stringergl­i la mano. Quando è passato giustament­e c’era la sicurezza penitenzia­ria ma lui ha voluto che non ci fosse nessuno tra noi e lui. Un grande momento, un grande uomo. Grazie Francesco. Alessandro Frongia

Sono un ragazzo arabo. Il Papa a San Vittore non è stata una festa solo per i cattolici ma anche per noi musulmani perché Francesco è un Papa di pace per tutto il mondo. Con una sua stretta di mano mi ha commosso e poi dal nulla mi ha preso anche l’altra. Ho sentito un grande calore. Mohamed Makkassi

Non credo nella Chiesa, nella religione, ma credo negli eventi e nei segni. In questo giorno vedo negli occhi di molti una nuova luce. Forse è questo ciò che porta quest’uomo. Nuove speranze. Spero che possiate sentire anche voi quanto la semplicità a volte sia la soluzione di ogni cosa. Gennaro

Oggi mi sento libero, nella mente e nell’anima, oggi so che anche qui in questo inferno di peccatori non siamo dimenticat­i, non siamo solo un numero di matricola ma di nuovo uomini, donne, madri, padri e figli. Grazie Francesco. Salvatore Piccoli

Ho sentito il Papa che diceva «mi sento a casa». L’emozione è esplosa. Massimo Scarpat

Sono musulmano. Ogni tua parola oggi era densa di amore. Hai ricordato che tutti sono un po’ peccatori. Oggi un po’ di male che c’è dentro di me ha lasciato lo spazio al bene. Ghanim larbi

Siamo tre ragazzi delle periferie di Milano. Oggi per noi è stato il primo bel giorno di carcere da quando siamo reclusi. Grazie. Pillola Pinna Salomon

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La reazione «Quando ho saputo che ero in lista saltavo di gioia», scrive il detenuto Antonio A tavola «Sono stato il più fortunato perché ho mangiato di fronte al Papa», ricorda Khalid L’approccio «Non credo nella Chiesa, ma credo negli eventi e nei...
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Sugli spalti La «ola» di migliaia di giovanissi­mi ieri pomeriggio allo stadio San Siro di Milano (foto di Miguel Medina / Afp)
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