Le sirene del Cremlino sul voto della Bulgaria «Il bene si trova a Est»
È una votazione particolarmente delicata quella che si terrà oggi in Bulgaria, il Paese che è fanalino di coda dell’Unione Europea dal punto di vista economico e che l’anno prossimo assumerà per la prima volta la presidenza di turno della stessa Unione. La tensione è alta, con i nazionalisti che hanno tentato di bloccare la frontiera con la Turchia perché secondo loro Ankara vorrebbe manipolare la consultazione facendo arrivare in autobus migliaia di turchi-bulgari. Ma soprattutto a preoccupare sono le accuse alla Russia. Secondo gli uomini al potere a Sofia e secondo ambienti militari e dell’intelligence occidentali, il Cremlino sarebbe impegnato a dirottare il piccolo Paese balcanico, trasformandolo in un suo cavallo di Troia all’interno delle istituzioni occidentali: Ue e Nato.
A novembre le elezioni presidenziali hanno visto il successo a sorpresa dell’ex capo dell’aeronautica Rumen Radev, candidato appoggiato dal partito socialista Bsp che preme per un avvicinamento a Mosca, per limitare l’attività dalla Nato a Est e per l’eliminazione delle sanzioni europee contro la Russia.
Secondo indiscrezioni pubblicate da vari giornali, tra i quali il Wall Street Journal, prima del voto un ex agente segreto russo avrebbe consegnato alla leader dei socialisti un dossier con istruzioni sulla strategia da seguire per vincere le elezioni. Notizia, naturalmente, smentita dai diretti interessati. E ora i «consiglieri» del Cremlino sarebbero all’opera per ottenere l’en plein, sommando alla presidenza anche il controllo del parlamento e quindi del governo.
Prove di interferenze esterne non ce ne sono, mentre invece gli indizi abbondano. Siti Internet sbocciati dal nulla che denigrano le istituzioni dell’Occidente e invitano gli elettori a pensare «al bene della patria», indirizzando lo sguardo verso Est. Sondaggi per lo meno sospetti che indicherebbero come i bulgari in realtà diano molto più credito a Mosca che non a Washington.
Da qualche tempo a Sofia è spuntato un misterioso centro di rilevazioni statistiche che si chiama «Gallup International». Il Wall Street Journal afferma che questo istituto ha pubblicato un sondaggio secondo il quale la maggioranza di coloro che hanno risposto sosterrebbero di fidarsi della Russia in caso di attacco. Chiaramente viene usato il nome del famoso istituto americano Gallup il quale invece non ha nulla a che fare con i bulgari e ha anzi presentato una denuncia per uso non autorizzato del marchio. Inoltre, il vero Gallup aveva fatto un sondaggio precedentemente nel quale la maggioranza dei bulgari confermava di credere nella Nato e nella Ue. Le previsioni danno i due raggruppamenti maggiori, i socialisti e il partito di centro-destra Gerb, entrambi appena sotto il 30 per cento.
I socialisti potrebbero poi conquistare il governo grazie a una coalizione con i nazionalisti che, pure, guardano con affetto ai fratelli russi. Il presidente Radev ha già detto che vuole celebrare con Vladimir Putin l’anniversario della pace tra Russia e Impero Ottomano del 1878 che fece della Bulgaria un protettorato russo (l’alfabeto cirillico, quasi uguale a quello russo, è invece in uso da secoli).