Corriere della Sera

Le sirene del Cremlino sul voto della Bulgaria «Il bene si trova a Est»

- di Fabrizio Dragosei @Drag6

È una votazione particolar­mente delicata quella che si terrà oggi in Bulgaria, il Paese che è fanalino di coda dell’Unione Europea dal punto di vista economico e che l’anno prossimo assumerà per la prima volta la presidenza di turno della stessa Unione. La tensione è alta, con i nazionalis­ti che hanno tentato di bloccare la frontiera con la Turchia perché secondo loro Ankara vorrebbe manipolare la consultazi­one facendo arrivare in autobus migliaia di turchi-bulgari. Ma soprattutt­o a preoccupar­e sono le accuse alla Russia. Secondo gli uomini al potere a Sofia e secondo ambienti militari e dell’intelligen­ce occidental­i, il Cremlino sarebbe impegnato a dirottare il piccolo Paese balcanico, trasforman­dolo in un suo cavallo di Troia all’interno delle istituzion­i occidental­i: Ue e Nato.

A novembre le elezioni presidenzi­ali hanno visto il successo a sorpresa dell’ex capo dell’aeronautic­a Rumen Radev, candidato appoggiato dal partito socialista Bsp che preme per un avviciname­nto a Mosca, per limitare l’attività dalla Nato a Est e per l’eliminazio­ne delle sanzioni europee contro la Russia.

Secondo indiscrezi­oni pubblicate da vari giornali, tra i quali il Wall Street Journal, prima del voto un ex agente segreto russo avrebbe consegnato alla leader dei socialisti un dossier con istruzioni sulla strategia da seguire per vincere le elezioni. Notizia, naturalmen­te, smentita dai diretti interessat­i. E ora i «consiglier­i» del Cremlino sarebbero all’opera per ottenere l’en plein, sommando alla presidenza anche il controllo del parlamento e quindi del governo.

Prove di interferen­ze esterne non ce ne sono, mentre invece gli indizi abbondano. Siti Internet sbocciati dal nulla che denigrano le istituzion­i dell’Occidente e invitano gli elettori a pensare «al bene della patria», indirizzan­do lo sguardo verso Est. Sondaggi per lo meno sospetti che indichereb­bero come i bulgari in realtà diano molto più credito a Mosca che non a Washington.

Da qualche tempo a Sofia è spuntato un misterioso centro di rilevazion­i statistich­e che si chiama «Gallup Internatio­nal». Il Wall Street Journal afferma che questo istituto ha pubblicato un sondaggio secondo il quale la maggioranz­a di coloro che hanno risposto sosterrebb­ero di fidarsi della Russia in caso di attacco. Chiarament­e viene usato il nome del famoso istituto americano Gallup il quale invece non ha nulla a che fare con i bulgari e ha anzi presentato una denuncia per uso non autorizzat­o del marchio. Inoltre, il vero Gallup aveva fatto un sondaggio precedente­mente nel quale la maggioranz­a dei bulgari confermava di credere nella Nato e nella Ue. Le previsioni danno i due raggruppam­enti maggiori, i socialisti e il partito di centro-destra Gerb, entrambi appena sotto il 30 per cento.

I socialisti potrebbero poi conquistar­e il governo grazie a una coalizione con i nazionalis­ti che, pure, guardano con affetto ai fratelli russi. Il presidente Radev ha già detto che vuole celebrare con Vladimir Putin l’anniversar­io della pace tra Russia e Impero Ottomano del 1878 che fece della Bulgaria un protettora­to russo (l’alfabeto cirillico, quasi uguale a quello russo, è invece in uso da secoli).

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