«Il capo? Qui è inutile» L’azienda orizzontale dove nessuno comanda
In Svezia la società Crisp è senza Ceo da 9 anni. E fa profitti
elettiva tra i dipendenti in una specie di felice ibrido tra l’antica democrazia ateniese e una cooperativa.
Come in tutti i luoghi di lavoro, non mancano frizioni e discussioni. Anche accese. Come le affronta un’azienda in cui tutti sono sullo stesso livello? «Cercando di abbassare la tensione», rispondono in coro Michael e Tomas. Per non avere escalation, occorre essere «aperti e disponibili». L’essere open source è più di una semplice dichiarazione programmatica. Sul sito c’è una vera e propria mappatura del genoma dell’organizzazione aziendale: il «Dna Crisp». Che non è custodito gelosamente, come un segreto, ma che gli stessi dipendenti vogliono divulgare e condividere. C’è insomma un fine etico, che si traduce anche nello scegliere con chi non lavorare. Un esempio? «Monsanto è sulla nostra lista nera», rispondono serenamente Tomas e Michael.
Niente capo, struttura orizzontale, decisioni prese collegialmente, monitoraggio della felicità collettiva e open source. Il «modello svedese» è una rara eccezione, oppure qualcosa di più? Lo abbiamo chiesto a Luca Solari, professione di organizzazione aziendale all’Università degli Studi di Milano: «È ancora un’eccezione, un modello per certi versi favorito dalla proliferazione delle startup. Ma ci sono ragioni organizzative innegabili: il verticismo e la gerarchia sono nati in un contesto diverso». Attualmente in molti lavori il vecchio modello non avrebbe quasi più necessità di esistere. «È stato messo già pesantemente in crisi dall’arrivo dell’informatica. Oggi possiamo tranquillamente immaginare delle organizzazioni fatte da nuclei che gestiscono collegialmente i problemi senza autorità decisionale». Allora il capo non serve davvero più? Sì e no, conclude Solari: «Nell’antica funzione di decisore ultimo, in diversi contesti, non serve più. Ma può essere importante dal punto di vista psicologico. Come motivatore di gruppo».