Corriere della Sera

Federico, il futuro ingegnere che lancerà un razzo europeo Universita­rio a Pisa, è l’unico italiano tra i venti giovani scelti per la missione dell’Esa

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non sappiano esattament­e di cosa mi occupo. Se ho provato a spiegargli­elo? Certo che sì. Ma per ora mi basta che abbiano capito che non sono io che vado nello spazio ma i razzi». Come la sonda di cui seguirà (e gestirà) le fasi di lancio in Norvegia, una di quelle che non vanno in orbita ma vengono sparate in alto e poi ricadono sulla Terra. «I razzi a un certo punto invertono la traiettori­a e piombano al suolo. Per questo i lanci si fanno in posti isolati come alcune zone della Svezia o della Norvegia, lontanissi­mi da uomini e cose, dove non c’è pericolo di causare danni».

Il progetto coinvolge gli studenti in modo che possano farsi un’idea di come si lavora in questo campo. E prepararsi al futuro. «Siamo divisi in cinque gruppi. Il mio si occupa della simulazion­e della dinamica del razzo e delle condizioni meteo». Il meteo è molto importante. Se c’è troppo vento, per esempio, il razzo non parte. Altrimenti si capovolge.

Federico ha superato i tre ostacoli della domanda di partecipaz­ione alla selezione dell’Esa (Agenzia spaziale europea) con una certa facilità, soprattutt­o quello sulle motivazion­i. «Ho raccontato la mia storia, spiegando che sin da bambino avevo il sogno di lavorare per un’agenzia spaziale e che attraverso le videocasse­tte ho visto non so quante volte le missioni lunari del programma Apollo. Lì ho imparato ad apprezzare gli ingegneri perché dietro l’impresa di un astronauta c’è il lavoro nascosto di molti tecnici».

Federico ha dovuto anche fornire prova delle conoscenze della materia e, cosa importante, formulare una proposta di un carico da «sparare» con il razzo. «Cosa ho suggerito? Lanciarne uno tra le nuvole per capire se realmente si formano secondo le teorie ufficiali». Tra i venti prescelti ci sono anche studenti del Nord America. «Non siamo solo europei». In Norvegia resteranno una settimana. Farà sicurament­e freddo ma lui non ha paura. In fondo è molto giovane ed è uno sportivo che fa scherma e d’inverno va pure a sciare. Naturalmen­te quando non è impegnato a studiare i missili. Su Internet. «Sulla Rete c’è tutto, non è difficile imparare».

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