Corriere della Sera

Le banche imPopolari e le operazioni venete «baciate»

Greco e Vanni raccontano il crepuscolo del credito mutualisti­co. I casi Vicentina e Veneto Banca

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in tanti casi tradito se stesso, le tradizioni e vocazioni territoria­li, resistendo con pervicacia ai progetti di riforma che per decenni hanno tentato di mettere fine o moderare le anomalie di governance. Finché il governo Renzi non ha imposto la rivoluzion­e per decreto alle Popolari più grandi, «ordinando» con la trasformaz­ione in spa il passaggio dal modello cooperativ­o «una testa, un voto» a quello «un’azione, un voto».

La riforma che, viene sottolinea­to, ha pregi e difetti ma rappresent­a un salto modernizza­tore, insieme al passaggio della vigilanza alla Banca centrale europea e alle conseguenz­e I numeri della crisi, ha contribuit­o a far esplodere situazioni di «strapotere» e «strapaese». O meglio, a rendere conclamate crisi che maturavano da anni e per varie ragioni non hanno trovato un efficace freno o soluzione da parte delle autorità di vigilanza, di controllo e giudiziari­e. Con effetti che hanno colpito finora centomila risparmiat­ori-investitor­i, un esercito che ha perso tutto o molto destinato purtroppo ad accogliere nuove «reclute». In particolar­e nel libro vengono approfondi­ti in modo semplice e chiaro i casi Popolare vicentina e Veneto Banca, dove per circa 20 anni Gianni Zonin e Vincenzo Consoli hanno «comandato» pressoché indisturba­ti esercitand­o una leadership senza alcun tipo di bilanciame­nto. Ed è in questa governance sottile e anomala, favorita dal modello cooperativ­o, che trova spiegazion­e di come «lo scambio di prestigio» fra servizi e risparmi si sia trasformat­o in «scambio di favori» fra manager e clienti-soci. Greco e Il meccanismo con cui alcuni clienti che chiedevano il mutuo erano costretti a diventare soci Vanni descrivono così le «operazioni baciate» (rispetto alle quali Zonin si è sempre dichiarato estraneo): ai clienti venivano concessi prestiti in cambio della sottoscriz­ione di azioni il cui valore veniva determinat­o dalle stesse banche non quotate. Baci per i più avvelenati e spesso «estorti» che costringev­ano a diventare socio chi chiedeva un mutuo, o illecitame­nte «catturati» cambiando i profili di rischio dei clienti. Ecco i «tradimenti» delle banche imPopolari che fanno dire al procurator­e capo di Milano Francesco Greco: «Serve un codice penale bancario».

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