Design, arte e tecnologia: la strategia di Guzzini e la luce senza lampada
Come un’opera d’arte: la luce senza la lampada, perché la sorgente scompare nel soffitto. Si vede soltanto la luce, che viene fuori da una fenditura, e richiama alla memoria i celebri tagli di Lucio Fontana. Si chiama «Laser Blade xs» (xs sta per extra small) ed è l’ultima innovazione progettata da iGuzzini. Grazie alla miniaturizzazione delle componenti elettroniche e ottiche, l’azienda di Recanati è riuscita a rendere quasi invisibile la fonte luminosa, che è larga appena 28 millimetri, quanto un mattoncino Lego.
«Vogliamo portare l’illuminazione nel futuro. Ci siamo ispirati alle tele di Fontana, il pittore dei tagli, ma The Blade è frutto di altissima tecnologia», afferma Massimiliano Guzzini, 48 anni, responsabile dell’area Business Innovation e vice presidente del gruppo di famiglia. «Ogni anno investiamo in ricerca e sviluppo il 6-7% dei ricavi. E su 1.300 dipendenti (800 a Recanati), 170 sono ingegneri che si occupano di sviluppo».
Per dare un’idea: il fatturato è salito a 231,5 milioni, con un aumento del 6% all’anno in media negli ultimi 3 anni. E il 76% deriva da prodotti con i Led lanciati negli ultimi 5 anni. La redditività? «Il margine operativo lordo (Ebitda) è del 12,5% , circa 30 milioni, in crescita a doppia cifra», sostiene l’amministratore delegato Andrea Sasso, 51 anni. Che punta ancora più lontano: «Il mercato mondiale dell’illuminazione vale 68 miliardi ed è stimato in aumento del 4-5% per i prossimi anni; l’Europa fattura 12 miliardi, l’Italia 1,6 miliardi. Per un’azienda come iGuzzini, tra le più grandi in Italia per fatturato ma minuscola a livello globale, c’è ancora molto spazio per crescere e fare utili».
L’obiettivo è di arrivare a «400 milioni di fatturato» nell’arco di 3-5 anni. Un target da raggiungere non solo con una crescita organica. «Ci piacerebbe fare un’acquisizione, che potremmo realizzare già entro quest’anno. Guardiamo al Nord Europa, ma anche fuori dall’Europa», anticipa Sasso. E ammette: «Molti ci corteggiano». Invece il manager punta alla Borsa. Il piano è di sbarcare in Piazza Affari a Milano «entro i prossimi due anni», dopo che nel 2015 l’azienda ha aperto il capitale alla Tipo di Gianni Tamburi, che detiene il 14,29%. «L’idea è avere un flottante del 35-40% per entrare nel segmento Star», precisa Sasso. E la famiglia è d’accordo: «Quotarsi non solo aumenta la trasparenza, ma amplifica le possibilità di fare investimenti», sostiene il fondatore Adolfo Guzzini, 76 anni.
Di sicuro è un bel salto per l’azienda che ha creato, con i suoi 5 fratelli, nel 1959 in un garage di Recanati con il nome di Harvey Creazioni (da un film di James Stewart), poi cambiato in iGuzzini Illuminazione. Oggi Adolfo è il presidente, mentre suo figlio Massimiliano è vicepresidente, insieme al cugino Paolo. Ma dal maggio 2015 la guida operativa è stata affidata ad Andrea Sasso, un manager esterno arrivato nel gruppo nella primavera 2013 come amministratore delegato della Fimag, la holding di controllo della famiglia, di cui è diventato anche socio. Alla Fimag fa capo anche Fratelli Guzzini, l’azienda fondata nel 1912, sempre a Recanati, da Enrico Guzzini, nonno di Adolfo, produttrice dei noti articoli di design per la tavola e la cucina in plastica colorata e plexiglass, che oggi fattura una trentina di milioni.
La sfida continua. «La rivoluzione Led non è finita: ogni 6 mesi ne arriva sul mercato un nuovo tipo. Ma c’è un’altra rivoluzione tecnologica in atto: attraverso la luce potremo far passare i dati», afferma Massimiliano Guzzini. E immagina la luce intelligente, che non servirà solo a illuminare, ma anche a rilevare la presenza grazie a speciali sensori. Ad esempio, un palo della luce stradale si accenderà quando rileva il passaggio di un’auto, di cui potrà misurare le emissioni. Ancora: la luce potrà registrare la presenza di persone in un luogo. «La tecnologia c’è già. Perché non lo facciamo? Perché è un valore aggiunto che qualcuno deve pagare. E poi esiste un problema di privacy», valuta Guzzini.