TRASFORMARE FRAGILITÀ IN RISORSE
Pochi giorni fa il Global Health Index di Bloomberg ha sancito che gli italiani sono il popolo più sano del mondo. Una bella soddisfazione. Però nel nostro Paese la speranza di vita, secondo i dati di Osservasalute dell’anno scorso, sarebbe di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 per le donne, cioè leggermente in calo rispetto al 2014, quando era, rispettivamente, di 80,3 e 85 anni. Una differenza minima, che però colpisce.
Se vogliamo scherzarci un po’ su potremmo riflettere sul fatto che qualcuno ha calcolato che l’aspettativa di vita nelle nazioni più ricche continua ad aumentare, in media, di due anni ogni decennio, il che significherebbe che ogni giorno si allungherebbe di quasi cinque ore (detto così fa un po’ più effetto vero?). Bene, pensate quindi a quanti minuti al giorno abbiamo perso fra il 2014 e il 2015!
Tornando seri: se il dato venisse confermato dovremmo chiederci quali siano i possibili motivi. Forse si fa meno prevenzione? Forse il Sistema Sanitario arranca nel sostenere i cittadini più fragili? Forse le strutture territoriali che dovrebbero vicariare medici di famiglia e ospedali stentano? O forse, semplicemente, gli anziani cominciano a diventare «meno anziani» perché sono più soli o più «istituzionalizzati»? Si sa che si invecchia meglio, e più sani nel proprio ambiente, vicino ai propri affetti. E ciò è più facile avvenga dove esistono strutture e iniziative che favoriscono l’autonomia e l’autostima di chi avanza negli anni. Un obiettivo, il vivere a lungo ma anche bene, cui quindi si dovrebbe puntare non solo con politiche prettamente sanitarie ma anche con visioni più sociali e persino urbanistiche. Nelle pagine che seguono si citano esempi virtuosi e interessanti in questo senso. Ci sono città che cominciano a pensarsi davvero «a misura d’anziano». E l’Italia può esibire due concreti esempi come Udine e Imperia. Il nostro Paese possiede le premesse demografiche, storiche e culturali per diventare un laboratorio creativo nel trasformare una fragilità in un punto di forza, aiutando i suoi cittadini a invecchiare a casa e a essere una risorsa. Del resto se è vero che commentando il Global Health Index di Bloomberg c’è stato chi ha evocato il successo della serie televisiva “Un medico in famiglia” fra le ragioni del buon stato di salute del Paese, nessuno potrà dire che ci manca la fantasia. Forse non manca nemmeno a qualche commentatore... (con tutto il rispetto per la fiction e per nonno Libero, eccellente esempio di come si può invecchiare bene in famiglia).