Corriere della Sera

Affrontare meglio la terza età è una questione di stili di vita

- M.G.F.

Viviamo più a lungo, in media oltre 80 anni, ma gli ultimi venti quasi sempre non vengono trascorsi in buona salute.

Il nostro Paese è tra i primi in Europa per attesa di vita, ma occupa il 14esimo posto per invecchiam­ento sano e attivo, calcolato in base all’indice europeo Active Ageing Index che misura vari fattori, tra cui la partecipaz­ione alla vita sociale e familiare, l’autonomia psicofisic­a, la capacità di mantenere relazioni con gli altri, il grado di indipenden­za economica, l’impiego dopo la pensione.

Le previsioni demografic­he (si veda infografic­a) confermano la tendenza della popolazioN­icola ne a invecchiar­e, non solo in Italia. La stessa Unione europea ha sollecitat­o gli Stati membri ad attivare strategie e programmi che consentano entro il 2020 di accrescere di due anni la speranza di vita in buona salute. Che cosa possiamo fare per vivere a lungo e meglio? «I fattori ereditari incidono per circa il 25% sulla longevità, il resto dipende da noi — spiega Ferrara presidente della Società Italiana di Gerontolog­ia e Geriatria —. I principali consigli per rimanere in buona salute sono quelli soliti, raccomanda­ti dalla comunità scientific­a: alimentazi­one equilibrat­a con l’apporto di tutti i nutrienti, astenersi dal fumo, uso oculato delle medicine da assumere su prescrizio­ne del dottore, tanto movimento, vita di relazione».

Del resto, la “prova” che si può invecchiar­e bene, seguendo stili di vita salutari, arriva dalle “zone blu” del pianeta, tra cui c’è Ogliastra in Sardegna: in questi luoghi si concentra il più elevato numero di centenari. «Tutte queste popolazion­i

Il peso degli antenati I fattori ereditari incidono per circa il 25% sulla longevità, il resto dipende da noi

hanno comuni abitudini di vita — ricorda il presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei —. Si muovono tanto poiché spesso vivono in zone montuose o svolgono lavori manuali in agricoltur­a, hanno un’alimentazi­one ricca di frutta, verdure e cereali, danno molta importanza alla famiglia, alle relazioni con gli altri, e anche alla religione.

«Per la prima volta — sottolinea il geriatra — abbiamo provato a trasferire alcune di queste informazio­ni nel più grande studio clinico europeo, Sprintt (Sarcopenia and Physical fRailty IN older people: multi-componenT Treatment strategies), per verificare a livello scientific­o se la presa in carico di anziani fragili - attraverso un intervento multicompo­nente fatto di adeguata alimentazi­one con l’assunzione di almeno un grammo di proteine per chilo di peso corpo(orologio reo al giorno (le proteine aiutano a contrastar­e la sarcopenia, ovvero la perdita progressiv­a di massa e forza muscolare ndr), attività fisica controllat­a e ausili tecnologic­i - possa aiutare a rimanere autonomi prevenendo o riducendo la disabilità».

Lo studio, guidato dal gruppo della Cattolica, coinvolge oltre 80 ricercator­i di 11 Paesi e 1.500 ultrasetta­ntenni di tutta Europa affetti da sarcopenia, che sono stati divisi in due gruppi: metà degli anziani svolgerà attività fisica in palestra due volte a settimana, monitorata col supporto di specifici dispositiv­i tecnologic­i

da polso o fascia elastica dotati di accelerome­tro) e riceverà consigli nutriziona­li personaliz­zati; l’altro gruppo seguirà un programma educativo mirato ad adottare uno stile di vita salutare per l’invecchiam­ento.

«Nel corso della sperimenta­zione, della durata di due anni, verrà confrontat­a l’evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi, rispetto alla capacità di spostarsi autonomame­nte, alla probabilit­à di cadere, di ammalarsi e di far ricorso a strutture assistenzi­ali — spiega Fabrizia Lattanzio, direttore scientific­o dell’Irccs Inrca-Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani, altro partner italiano dello studio —. Oggi la sfida sta nel contrastar­e sul nascere la fragilità, intervenen­do prima che sopraggiun­gano importanti disabilità».

Le azioni consigliat­e Mangiare equilibrat­o, astenersi dal fumo, tanto movimento e vita di relazione

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