Se puntiamo sul pesce difendiamo il cuore Ma occhio ai contaminanti
Nascono iniziative anche in rete per orientarsi mantenendo i benefici ed evitando i rischi
L’American Heart Association, una delle organizzazioni più autorevoli al mondo in tema di prevenzione cardiovascolare, raccomanda di mangiare pesce, soprattutto quello grasso, almeno due volte alla settimana, in porzioni di circa 100 grammi (peso cotto). Uno dei principali benefici offerti dal pesce è il contenuto di acidi grassi omega 3, in grado di ridurre il rischio di aritmie, diminuire i livelli di trigliceridi nel sangue, rallentare la progressione della placca aterosclerotica e ridurre leggermente la pressione.
Il pesce, però, può essere anche fonte di contaminanti, (fra cui il metil-mercurio) che rappresentano un rischio soprattutto per le donne incinte e i bambini Allora come comportarsi per soddisfare le raccomandazioni, riducendo i rischi? Ora ci aiuta “FishChoice” (dall’inglese “pesce” e “scelta”), un nuovo strumento messo a punto da ricercatori spagnoli, belgi e portoghesi, disponibile, per ora, solo nella versione inglese all’indirizzo: http://www.fishchoice.eu. Entrati nel sito, dopo aver selezionato il profilo personale
(età, sesso) e aver scelto fra i pesci e i molluschi rappresentati in fotografia quelli consumati settimanalmente, indicandone quantità e frequenza di consumo, è possibile ottenere indicazioni sui nutrienti presenti e sapere se il contenuto dei principali contaminanti risulta accettabile. Tale indicazione viene stabilita sulla base sia dei livelli di contaminanti rilevati dalle analisi su campioni di pesce raccolti in tutta l’Unione europea e, dall’altra in base ai valori guida definiti dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Un pesciolino di colore verde indica via libera, uno di colore rosso avverte che i livelli di un certo contaminante superano i limiti e vengono quindi suggerite scelte alternative.
«FishChoice — commenta Alberto Mantovani, direttore del Reparto di Tossicologia alimentare e veterinaria, dell’Istituto Superiore di Sanità — è un’iniziativa innovativa e meritoria per la comunicazione di rischi e benefici al cittadino e all’operatore sanitario. Tuttavia la classifica andrebbe ampliata (inserendo anche pesci finora non previsti, come il palombo, un potenziale accumulatore di metilmercurio) e modulata in base al consumo di pesce nelle diverse realtà nazionali che varia molto per tipologia e per quantità».