I lunghi summit e le battute del giornalista sul buon vino
ROMA Il presidente della Commissione europea ed ex premier lussemburghese JeanClaude Juncker, in una intervista al quotidiano inglese Financial Times, ha ammesso di non potere bere insieme «bianco e rosso» perché «accadrebbero grandi eventi». Juncker sa che gli è stata attribuita una irrefrenabile attrazione per ottimi vini e alcuni superalcolici durante la sua lunga carriera nella politica nazionale ed europea. Una volta lo criticò perfino il ministro delle Finanze olandese e presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che ha appena generato pesanti polemiche con dichiarazioni sulle spese per alcol e donne (stavolta accusando i Paesi mediterranei).
A Bruxelles circola una ampia letteratura sulle bevute di Juncker durante i summit prolungati nella notte. Da presidente delle riunioni dei ministri finanziari dell’Eurogruppo, quando iniziavano a cena e finivano dopo mezzanotte, le sue conferenze stampa erano condite con battute esilaranti o difficili da comprendere.
Il presidente della Commissione ha ricordato al Ft un vertice con negoziati protrattisi ininterrottamente dal «lunedì alle 11 fino al giovedì alle 23». Al giornalista, che gli chiedeva come avesse fatto a sopravvivere, ha risposto: «Caffè e acqua». L’intervistatore naturalmente l’ha considerata una battuta scherzosa con un «non dirà sul serio…». Juncker invece ha precisato di non aver toccato il «whisky». Nemmeno un po’ di «brandy…?», ha maliziosamente azzardato il giornalista. «No, no, no», ha ribadito Juncker.