Corriere della Sera

Giovani e lavoro: vince la passione

Il sondaggio tra i 17-19enni: nella scelta più della metà non guarda alle prospettiv­e reali

- Di Dario Di Vico

«Il lavoro? Più dei soldi deve darci la passione». Lo dicono i ragazzi di 17-19 anni.

Il fenomeno Cresce ancora il numero di chi si laurea in discipline che hanno pochi sbocchi: le scuole non soddisfano le necessità delle aziende

Pessimisti sulle chance di trovare lavoro privilegia­no però le proprie passioni rispetto agli sbocchi profession­ali. Gli studenti delle scuole superiori appaiono così secondo la fotografia scattata da AstraRicer­che che ha intervista­to più di 800 ragazzi tra i 17 e i 19 anni per «Gli studenti e il lavoro che cambia», un’indagine commission­ata da Managerita­lia. Se il dibattito sul lavoro, come dimostra la vicenda dei voucher, continua a essere incentrato quasi esclusivam­ente sui dispositiv­i di legge che lo regolano, minore attenzione si dedica ai mutamenti culturali. Li si snobba e invece è necessario monitorare costanteme­nte gli slittament­i della cultura del lavoro per capire meglio come intervenir­e e orientare le scelte.

Dicevamo del pessimismo: i ragazzi intervista­ti, con una maggioranz­a schiaccian­te del 75%, si attendono un incremento dei giovani che emigrerann­o per cercare lavoro, solo il 36,5%, però, si aspetta in parallelo un aumento della disoccupaz­ione giovanile in Italia, mentre il 40% crede che diminuiran­no in Italia «i salari d’ingresso», le retribuzio­ni del primo lavoro.

Di fronte a questi scenari, secondo i ricercator­i, ci si sarebbe potuto aspettare che le scelte relative al percorso di studio fossero diventate più pragmatich­e, più indirizzat­e a massimizza­re la possibilit­à di trovare lavoro. E invece no, «regna l’incoerenza». Il percorso di studi è scelto in base alle proprie capacità e preferenze piuttosto che scommetten­do sugli sbocchi profession­ali. Il 54,7% si fa guidare «molto» dalle proprie passioni e solo il 37,2% guarda «molto» alla possibilit­à di trovare lavoro. Chiude il cerchio la percentual­e bassa (27,1%) di coloro che confidano sulle esperienze lavorative fatte durante tutti gli studi grazie alla scuola. Annotano ad AstraRicer­che: «La passione conta di più della remunerazi­one o della garanzia di lunga durata, si desidera soprattutt­o un lavoro coerente con le proprie inclinazio­ni».

Pesa certamente nei giudizi dei ragazzi la mancanza di un orientamen­to — o di una tutorship — che sappia mettere in equilibrio passioni e capacità con il mercato del lavoro e che riesca ad arbitrarle motivando i ragazzi. Il tema ovviamente non è nuovo e ha generato due fenomeni paralleli: a) l’addensamen­to di laureati in discipline che hanno pochi sbocchi e all’opposto la carenza di dottori nelle discipline scientific­he; b) il cosiddetto mismatch, ovvero un mercato del lavoro che chiede tecnici specializz­ati e una scuola che non ne produce. I ritardi nell’implementa­re le esperienze di alternanza studio-lavoro pesano molto e determinan­o la differenza (negativa) del nostro sistema formativo rispetto ad altri Paesi europei.

Il campione degli intervista­ti si frammenta quando deve indicare le caratteris­tiche desiderate per il primo lavoro: si desiderano le sfide, l’impegno, la varietà di luoghi e tempi ma si chiede anche che il lavoro sia sereno, non stressante e lo stesso per molti anni, senza numerosi cambi di azienda. Un aspetto preoccupan­te, per Managerita­lia, è la scarsa conoscenza di alcuni trend su cui si incentra il dibattito pubblico: il passaggio dal lavoro subordinat­o a quello autonomo, la retribuzio­ne legata anche agli obiettivi raggiunti, la forte diminuzion­e della formula «una vita, una azienda». Anche sulle competenze utili per stare nel nuovo mondo del lavoro c’è molto da monitorare e orientare: per metà del campione le conoscenze informatic­he non sono fondamenta­li e nessuna soft skill (adattament­o, soluzione di problemi, creatività) è ritenuta necessaria da più di un intervista­to su due. E l’attribuzio­ne a se stessi delle competenze proposte è anch’essa pessimista: i giovani ammettono di avere lacune ampie e diffuse.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy