L’ex premier al 64%, Orlando al 29 Sfida su congresso e affluenza
C’è tempo fino al 2 aprile per votare nei 6.360 circoli del Pd sparsi per l’Italia, ma è già polemica sui risultati e sull’affluenza. Matteo Renzi e i suoi annunciano vittoriosi i primi dati, parlando di una partecipazione al voto superiore al 60 per cento e di un vantaggio dell’ex segretario pd. E mentre Michele Emiliano aspetta i voti del Sud per recuperare in attesa delle primarie aperte, i sostenitori di Andrea Orlando (in recupero) contestano l’ottimismo renziano.
Sui dati la confusione regna sovrana. Ufficialmente non c’è nulla. I numeri arrivano dai comitati dei candidati. Secondo le informazioni più accreditate, fino a ieri sera si sarebbe votato in circa 1.300 circoli, un quinto del totale. Elisa Simoni, deputata toscana sostenitrice di Orlando, polemizza: «L’affluenza è bassa».
Il renziano Lorenzo Guerini sostiene il contrario: siamo al 61 per cento, contro il 55 del 2013. Matteo Richetti aggiunge: «Chiediamo rispetto, siamo orgogliosi della nostra comunità». Replica Simoni: «Nessuna delegittimazione, ma la valanga di cui parlava Delrio è incombente, non continuiamo a far finta di niente». Per ora si è votato soprattutto al Nord, in Toscana e in Emilia-Romagna. Secondo YouTrend, sito che raccoglie dati dai comitati, Renzi sarebbe al 64 per cento, Orlando al 29 e Emiliano al 6. Un vantaggio per l’ex premier che si spiega anche con il contributo di Maurizio Martina, che, dopo la scissione, è riuscito a dare una patina di sinistra alla maggioranza. Sandra Zampa, per Orlando, attacca: «Trovo patetica e stucchevole la propaganda sui risultati di ogni minuscolo circolo. Non tiriamoci le torte in faccia su ogni singolo numero. E ricordiamoci il motto prodiano: competition is competition».