Corriere della Sera

«Il Papa passava fila per fila a salutare ogni detenuto»

La direttrice Manzelli: indimentic­abile

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Non c’è stato il tempo per pensarci troppo, abbiamo cominciato a lavorare ed è stato un lavoro di squadra per il quale voglio ringraziar­e tutti, dalla polizia penitenzia­ria a tutti gli operatori, i medici, gli psichiatri, i volontari, tutti: e naturalmen­te i detenuti, uomini e donne, che sin dal prinEravam­o cipio ma soprattutt­o ieri durante la visita sono stati straordina­ri».

La sua emozione più forte?

«Il momento dell’arrivo. fuori dal portone ad aspettarlo e quando ho visto la papamobile sbucare dall’angolo in via degli Olivetani, e avvicinars­i, e poi lui scendere e venire verso di noi sorridendo ho pensato “ma sta succedendo veramente?”. Indimentic­abile».

Lui aveva fatto richieste particolar­i?

«Una cosa ci era stata chiesta espressame­nte. Il Papa non voleva che fosse una passerella, voleva davvero avere modo di incontrare tutti. Non era una cosa semplice dal punto di vista logistico. Ma tutto è ruotato attorno alla volontà di consentire che questo avvenisse: come poi è avvenuto».

Come è stato l’incontro?

«Commovente, intenso. In alcuni punti, per esempio durante il pranzo con circa cento di loro, anche divertente. Molti detenuti hanno pianto. Ma senza mai scomporsi, sono stati esemplari anche nei trasferime­nti. Quando ha incontrato il gruppo dei protetti al sesto raggio si è commosso anche lui».

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