Brexit al via, ma senza muri
No a tetti prestabiliti all’immigrazione dalla Ue, si deciderà settore per settore
Ieri sera la premier del Regno Unito, Theresa May, ha firmato la lettera con la quale avvia la procedura per l’uscita dalla Ue. La lettera sarà consegnata questa mattina alle 12.30 al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. È l’inizio del conto alla rovescia che porterà alla Brexit. Ma senza muri: nessun tetto prestabilito all’immigrazione dai Paesi Ue, si deciderà caso per caso. Ma nel Regno rischia di aprirsi la frattura con la Scozia. Il Parlamento di Edimburgo ha chiesto ufficialmente il referendum sull’indipendenza per non lasciare la Ue.
Sono una coppia formidabile. Lei pensa, lui consiglia. Theresa e Philip May: lei alla guida della Brexit, lui convinto europeista. Un’alleanza oggi più importante e forte che mai.
Da anni, Philip è l’orecchio di Theresa nella City. Sa non solo ascoltare, ma anche leggere movimenti e intenzioni. È il compagno perfetto per i ricevimenti dove conoscere e chiacchierare è essenziale. «È l’equivalente maschile della moglie trofeo. Piacente e pure intelligente», scrivono i giornali. Un ruolo che ha conquistato gradualmente, grazie a una carriera costruita con perspicacia. Dopo aver provato la vita politica sulla pelle, ha optato per il miglio quadrato, cominciando nel 1979 con la De Zoete and Bevan e spostandosi prima a Prudential e poi a Deutsche Asset Management. Ha 40 anni di esperienza.
«È il canale diretto tra la City e il primo ministro», ha raccontato al Financial Times un addetto ai lavori. «Ha una comprensione e una conoscenza del mondo della finanza e degli affari che per Theresa May è essenziale. Potremmo dire che è come l’interprete del premier». Come conviene al marito di un politico in vista, Philip ha optato nel 2006 per un ruolo con meno visibilità presso il Capital Group, ma la sua importanza, anche grazie alla vicinanza al premier, non è diminuita. Quando i May si sono trasferiti a Downing Street, Capital ha illustrato il ruolo di Philip. «Il suo compito è quello di assicurarsi che i clienti siano soddisfatti del nostro servizio e di capire i loro obiettivi». È, in pratica, il frontman. Sempre pronto a rimboccarsi le maniche e a mettersi al telefono per racimolare voti, è per il Financial Times «l’arma segreta di Theresa May».