Gli scissionisti dicono no al Mattarellum
Stallo sulla legge elettorale, anche Mdp contro la proposta dem: la discussione in Aula verso un altro rinvio
La conferenza dei capigruppo della Camera decide oggi se la legge elettorale sarà inserita nel calendario d’aula di aprile o se slitterà a maggio. Dopo la sentenza della Corte costituzionale — che a gennaio ha bocciato il doppio turno dell’Italicum voluto da Renzi — la commissione Affari costituzionali presieduta da Andrea Mazziotti di Celso (Civici e innovatori) ha registrato le posizioni (mancano solo Fratelli d’Italia) tracciando un quadro non facile: «Continuano a chiedermi rinvii per la discussione in Aula perché ancora non è maturata la formula che accontenta la maggioranza dei partiti», ha commentato la presidente della Camera Laura Boldrini.
La proposta del Pd fedele a Renzi (il Mattarellum maggioritario) è stata bocciata da Forza Italia, da Ap e, da ultimo, dagli scissionisti di Mdp: «Mattarellum? Vedremo .... », ha risposto laconico Pier Luigi Bersani. Ma i suoi parlamentari sono andati oltre: «Se si vuole veramente una legge elettorale il Pd deve provare a ricercare una sintesi sulle proposte in campo», ha detto Federico Fornaro. E Alfredo D’Attorre: «Puntare sul Mattarellum vuol dire non voler fare una legge elettorale».
I renziani — che attendono l’esito delle primarie del 30 aprile per tornare ad alzare la voce — non l’hanno presa bene: «Noi siamo per mettere il Mattarellum in aula ad aprile», ha annunciato il capogruppo dem Ettore Rosato: «Tutti scaricano la responsabilità sul Pd ma quelli che non vogliono il Mattarellum non hanno saputo indicare un’altra proposta». Lucio Malan (FI) parla di «Mattarellum proposta anacronistica» e Danilo Toninelli aggiunge che «tornare al Mattarellum è come usare lo smartphone con un gettone». Ma a sinistra arriva anche la mediazione di Giuliano Pisapia, leader di campo progressista: «Noi siamo convinti che il Mattarellum con collegi più piccoli sarebbe una legge che avrebbe vantaggi enormi per aggregare le coalizioni». Al Senato, intanto, sono in corso manovre per l’elezione del nuovo presidente della commissione Affari costituzionali, l’avamposto nel quale si decideranno le sorti della legge elettorale. Oggi il Pd dovrebbe chiedere il rinvio del voto perché da soli i dem non hanno (per ora) i numeri per eleggere un candidato di stretta fede renziana.
D’Attorre Puntare sul Mattarellum significa non voler fare la legge elettorale