Corriere della Sera

Scontro tra un Tir e un bus di turisti Sedici feriti, 2 gravi

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Un pullman carico di turisti tedeschi è stato tamponato da una bisarca che trasportav­a automobili. L’incidente, che è avvenuto verso le 18 di ieri, ha provocato la chiusura temporanea del raccordo bolognese A1-A14 in direzione Sud: sedici i feriti trasportat­i in due ospedali, al Maggiore e al policlinic­o Sant’Orsola, di cui due in condizioni di media gravità. Quarantatr­é le persone coinvolte. Il tir La bisarca coinvolta nell’incidente con un pullman che ha creato una lunga coda sul raccordo bolognese A1-A14 «Vanno garantite le misure necessarie per l’accesso all’aborto legale»

ministero della Salute, in Italia i ginecologi obiettori, che non praticano l’interruzio­ne volontaria di gravidanza (Ivg) prevista dalla legge 194 del 1978, sono circa il 70 per cento. Un dato che si mantiene stabile. Le interruzio­ni volontarie di gravidanza, di contro, sono diminuite in modo significat­ivo nel corso degli anni: nel 1983 erano 233.976. Nel 2013 si erano più che dimezzate: 102.760. E nel 2014 sono scese sotto le centomila, a 97.535. In trent’anni, quindi, sono calate di 131.216 unità, mentre i ginecologi non obiettori sono scesi di 117 unità.Con questi numeri tuttavia, secondo la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, l’applicazio­ne della legge 194 è comunque garantita. Infatti, come di recente rilevato dallo stesso ministero, nell’arco complessiv­o di trent’anni, «c’è stato un dimezzamen­to del numero di interruzio­ni volontarie di gravidanza, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuava­no 3,3 Ivg a testa a settimana, mentre ne effettuano 1,6 nel 2013. E dalle Regioni non è giunta alcuna segnalazio­ne di carenza di medici non obiettori». Dati spesso contestati dalla Libera associazio­ne italiana ginecologi per l’applicazio­ne della legge 194 (Laiga), che sostiene come l’Italia sia tra gli ultimi Paesi in Europa per tutela della salute delle donne che vogliono abortire, con otto regioni in cui la percentual­e di medici obiettori oscilla tra l’80% e il 90%, come in Molise e Campania.

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