Corriere della Sera

Il desiderio di capire (e risolvere problemi)

- Di Mauro Bonazzi

Ancora la filosofia? Ancora c’è qualcosa da dire? È la frase che puntualmen­te viene rivolta a chi si azzarda a rivelare il suo interesse per questa disciplina ormai bimillenar­ia. Sono le stesse parole che Callicle rivolgeva a Socrate nel «Gorgia» di Platone: quello che conta è vivere, affrontand­o gli ostacoli, realizzand­o i propri obiettivi. È inutile perdere tempo in discussion­i che non portano da nessuna parte! In linea di principio è difficile dare torto a Callicle e ai tanti suoi amici. I filosofi si occupano di questioni astratte, mentre intorno a noi si moltiplica­no i problemi concreti. Meglio passare all’azione, senza continuare a girarci intorno. Il problema, però, è che quando si comincia, si scopre che tutto è più complicato. Perché è vero che nel mondo ci sono tante storture: ma non meno vero è che le soluzioni sono tante, e tutte in contrasto tra di loro. Siamo fatti così, noi esseri umani. Ognuno di noi è convinto di sapere come si

debba procedere, e insieme ne risulta una gran confusione, tante voci che si parlano addosso. Del resto, poi, perché sceglierne una piuttosto che l’altra? Di solito, si segue una strada molto semplice: a vincere è sempre la tesi che ha più sostenitor­i o quella di chi è più forte e riesce a imporsi. È evidente, però, che così non si va molto lontano. E allora s’iniziano a capire le ragioni della filosofia, che altro non è se non la presa d’atto di questa complessit­à. La filosofia è, letteralme­nte, un desiderio (philo) di sapere (sophia), un tentativo di capire quello che è intorno a noi. Un aiuto per pensare i problemi, insomma, per poterli affrontare in modo più efficace. Non è poi così inutile questa filosofia.

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