La legge contro l’ateneo di Soros Ágnes Heller: una nuova dittatura
La grande filosofa sul progetto di democrazia illiberale di Orbán in Ungheria
Il potere cancella le alternative alla versione ufficiale E la società accetta le scelte del Padre della Nazione
La protesta Studenti in corteo davanti all’Università dell’Europa Centrale di Budapest: in migliaia hanno manifestato contro la nuova legge (Reuters/Bernadett Szabo) dirigere un fedele circolo di potere e ricchezza. Del passato ritrovo piuttosto l’adattamento della società, una docilità incapace di resistenza a decisioni prese in totale autonomia dal Padre della Nazione».
La nuova legge non prende esplicitamente di mira l’Università dell’Europa Centrale ma pone condizioni — come l’acquisizione di un nome ungherese o l’apertura di campus anche nei Paesi dove sono registrati gli istituti — che paiono studiate proprio per chiudere la creatura di Soros, tradizionalmente considerato una minaccia dai nazionalisti del Centro-Est per la capillare attività delle sue Fondazioni Open Society. Il governo Orbán difende la norma come uno strumento per equiparare le diverse università e tutelare chi non può pagare le rette più onerose. Data la forte presenza di studenti russi, circola l’ipotesi che il provvedimento sia Ágnes Heller stato ispirato da Mosca. Una relazione speciale. «Orbán imita Putin, Putin usa Orbán per il suo progetto di indebolimento dell’Unione europea» prosegue Heller, che definisce il premier «ideologicamente indifferente: senza ideologia, non esita a servirsi di qualsiasi strumento ideologico per mantenere la leadership».
In questi giorni gli ungheresi ricevono un questionario del governo che, dopo il fallito referendum contro il piano Ue di redistribuzione dei profughi, ha lanciato la consultazione «Fermiamo Bruxelles»: sei domande per raccogliere il parere dei cittadini su come opporsi alle interferenze dell’Europa, date per acquisite. «L’ho appena ricevuto — racconta Heller —. Il potere cancella ogni alternativa alla versione ufficiale. E la maggioranza lo accetta».