Greg, affinità agli antipodi: l’Australia è nei miei mosaici
«Imiei genitori arrivarono a Sydney negli anni 50, dalla Calabria. Non parlo italiano, ma lo capisco benissimo, a casa ho sempre respirato la vostra cultura, e credo che questo insieme di circostanze mi abbia aiutato ad assorbire il gusto di quegli anni e la passione per il design». Greg Natale, uno tra i più quotati interior decorator australiani, è arrivato da qualche giorno a Milano per il lancio di quattro suoi decori in mosaico per Bisazza: «Per la prima volta, io che sono abituato al rigore geometrico, ho affrontato motivi più organici. Non avevo vincoli e ho cercato di esprimermi in modo diverso, ispirandomi alla natura che conosco: onde tridimensionali ispirate alla barriera corallina e spirali verde brillante come quelle che si trovano in natura nella pietra dura», spiega indicando i due decori Groove e New Malachite.
Un connubio, quello tra Natale e Bisazza, nato dalla conoscenza reciproca attraverso i progetti che Natale segue con il suo studio (20 persone) per la committenza privata, hotel e spazi pubblici in Australia e negli Stati Uniti. «Gran parte di
quello che propongo ai miei clienti è italiano: dai pezzi di design contemporaneo — da noi si trovano tutte le firme del made in Italy — al mosaico, ai marmi», racconta mostrando alcuni dei suoi progetti più recenti, due ville a Melbourne e a Brisbane e un hotel nella Hunter Valley. Lo stile è contemporaneo ma con echi art déco, con toni del grigio, contrasti in bianco e nero, divani generosi e rassicuranti, mischiato a pezzi dei grandi maestri ma anche al design contemporaneo: «Per le lampade spesso propongo pezzi di Moooi, Nemo o Foscarini».
Insomma, l’Italia in Australia piace: «Ormai il mondo è globale e la cultura europea è apprezzatissima». Come dire, un design «australiano» non è contemplato: «Abbiamo ottimi produttori di arredi che lavorano su disegno, ma nessun interesse per sviluppare uno stile autoctono», spiega, lui che progetta in prima persona tutto quello che serve in un progetto. «I rivestimenti, siano i marmi, le piastrelle o le carte da parati, i tappeti, gli arredi. Chi viene da me cerca un’atmosfera classica con un pizzico di contemporaneità, ma per i dettagli e la palette cromatica seguo il gusto del committente: mi basta osservare come si veste e come vive per capirlo». C’è chi gli affida anche l’architettura: «Da noi ci sono grandi spazi e quindi farsi la propria villa è comune: in questo caso seguiamo totalmente le indicazioni del cliente. C’è chi ci chiede una struttura stile anni 20, chi colonne e archi, altri propendono per il contemporaneo. Il bello è armonizzare i contrasti. E saper proporre gli ultimi trend: la Design Week per questo è unica». Resterà il tempo a Milano per un tour di piacere? «Sì, nei nuovi ristoranti e a vedere installazioni interessanti. Le inspirazioni arrivano anche da qui».
Molto di quanto propongo ai miei clienti è italiano