Praga, la capitale magica
Luogo di misteri e intrighi, è il risultato della fusione di quattro nuclei urbani: visita con il «Corriere» a una città che è stata il centro dell’Europa
ome, lei è di Praga e non ha scritto alcun romanzo?», chiedeva pieno di stupore un passeggero in treno al suo vicino, non appena saputo da dove proveniva. È il grande Claudio Magris a ricordarci una celebre battuta, che riassume bene il genius loci di una città unica al mondo, dove l’incertezza esistenziale generata dai troppi cataclismi storici e naturali della sua vicenda, ha dato vita a una grande creatività letteraria.
Praga è la capitale magica d’Europa, secondo la definizione di Cesare Maria Ripellino. Lo è anche in senso letterale, almeno sin dai giorni dell’imperatore Città bloccata dalle proprie contraddizioni, che peraltro ne erano l’essenza, e che ha saputo fare di questo suo malinconico blocco un osservatorio delle contraddizioni del mondo, stazione meteorologica dell’Apocalisse che si stava abbattendo sull’Europa».
Città multietnica per definizione, ceca-austro-tedescaebraica, Praga ha subito tutte le svolte brusche del secolo breve, dall’invasione nazista del 1939 all’imposizione del giogo sovietico dopo il 1945, alla tragica Primavera del 1968 e infine alla Rivoluzione di velluto del 1989 che la restituì alla libertà.
E in fondo è un viaggio attraverso questa eredità, complessa e ricca di contraddizioni, quello che proponiamo ai lettori del «Corriere», il tentativo di ritrovare la molteplicità meticcia di quella Mitteleuropa di cui Praga è stata cuore pulsante, oggi messo visibilmente in affanno da un eccesso di adeguamento occidentalizzante. Visiteremo la Città Nuova e quella Vecchia. Passeremo dallo splendore Art Nouveau del Nuovo Municipio alla magia della Piazza del Vecchio Municipio, dove alla Torre dell’Orologio Astronomico è legata la leggenda del suo inventore, Mikulas di Kadan, accecato perché non potesse più rifare qualcosa di simile e suicida per il dolore. E andremo nel quartiere ebraico di Jozefov con le sinagoghe Pinkas, Maisel e Klausen e quella spagnola e il vecchio cimitero, che diede anche il titolo a un celebre romanzo di Umberto Eco.
Nel quartiere del Castello, ci aspettano il Palazzo Reale, la cattedrale di San Vito, il Vicolo d’Oro, ma soprattutto il monastero Strahov, gioiello senza tempo (fu costruito a più riprese tra il XII e il XVII secolo) con un cuore segreto e prezioso. Parliamo della biblioteca barocca, un luogo quasi incredibile con migliaia di libri antichi custoditi sotto volte con stucchi e affreschi, in scaffali che sono capolavori di falegnameria. Ci sono le sale dedicate alla teologia e alla filosofia, i mappamondi, le reliquie e il gabinetto delle curiosità, ricco d’insolite collezioni naturaliste. Da lì scenderemo verso Mala Strana, attraversando al contrario il Ponte Carlo con le sue trenta statue.
È ovvio, a questo punto, pensare a Franz Kafka, il figlio prediletto indissolubilmente legato alla città. C’è stato un eccesso di commercializzazione negli ultimi anni, dopo il lungo periodo del quasi oblìo, prima per l’ostilità verso un ebreo che scriveva in tedesco, poi per il silenzio del regime comunista su un autore troppo incendiario. Ora, oltre le tshirt e la paccottiglia, si può camminare sulle orme dell’autore de La Metamorfosi. C’è un tour dei suoi luoghi, la casa natale, lo studio di Via degli Alchimisti, i caffè dove si rifugiava a scrivere e quelli dedicati ai suoi personaggi, a cominciare dal Gregor Samsa, perfino la casa dov’era il bordello nel quale lo scrittore si recava di frequente a chiacchierare con le ragazze. Chiacchierare, dirà il lettore? Sì, pare che Kafka avesse spesso discussioni filosofiche con le mademoiselles. Ma Praga non è solo il passato e la memoria di un’Europa di mezzo che è sempre più difficile ritrovare. È anche una città in pieno divenire: gallerie d’arte, nuovi quartieri, bar di tendenza, ristoranti d’avanguardia che interpretano in chiave moderna la cucina multiculturale ceca, enoteche che propongono una nuova generazione di vini moravi. Luoghi come i quartieri di Zizkov e Vinohrady, Holesovice e Bubenec. Ed è forse anche qui che rivive la città di «meravigliosa bellezza» di cui parlava Claudio Magris, «piena di incanti e di spettri, simbolo dei vuoti e delle ombre della vita, città dello spaesamento, della perdita, dello sradicamento, tanto più sentiti quanto più tenace è l’attaccamento al vicolo, alla bettola, al piccolo dettaglio amato che balena nell’incubo e nel delirio del sogno». Una maison in puro stile parigino oppure un 5 stelle di design a pochi passi dalla Tour Eiffel. Una stanza a picco sul mare, con spiaggia privata e sorgenti di acqua tra i 37 e i 40°, a Ischia. Sono le proposte per un break primaverile dello chef più famoso del mondo: Alain Ducasse. Che, oltre a controllare una ventina di ristoranti nel mondo (suo il record di 3 ristoranti tristellati in 3 posti diversi), dal 1999 presiede Châteaux & Hôtels, una collezione di 585 strutture che abbinano la cucina gourmet all’accoglienza. Ultimo arrivato il Santa Chiara Boutique Hotel nel centro storico di Napoli, al piano nobile di un edificio del ‘700 (Palazzo Tufarelli) a Spaccanapoli, punto di partenza strategico per addentrarsi tra vicoli, palazzi, chiese e bellezze nascoste della Napoli più verace (7 suite da 160 € a notte). Se invece volete approfittare di uno dei ponti primaverili per volare a Parigi, troverete una settantina di indirizzi Châteaux & Hôtels Collection. Tra i più caratteristici in cui dormire l’Hotel Juliana: 40 camere arredate con pezzi unici provenienti da ogni parte del mondo (da 250 € a notte). E, per chi preferisce un ambiente famigliare, il Relais 12bis: al primo piano di un edificio haussmaniano 4 grandi stanze e una suite con pavimenti in legno, camini in marmo e grandi vetrate (da 200 € a notte, con colazione di dolci fatti in casa). Il primo bagno nelle calde acque di Ischia? A Casamicciola Terme c’è l’Hotel La Madonnina, 21 camere dai pavimenti in maiolica con terrazze, spiaggia privata e spa (da 180 € a notte). Più a sud, a Carruba di Riposto, nel catanese, il Donna Carmela Relais ( foto) è una vera oasi naturale, con oltre 5000 tipologie di piante: potete dormire in uno dei suggestivi «natural lodge» sospesi dal suolo, con vista sulla costa ionica (da 110 € a camera). Una notte a partire da 69 euro nella settecentesca Villa I Barronci di San Casciano, a pochi km da Firenze, con il ristorante In Vino Veritas e il centro benessere Namaste. C’è il programma fedeltà «Les Collectionneurs»: 3% di sconto a partire dalla seconda prenotazione. Dettagli sul sito www.chateauxhotels.it.