«Sta rilanciando Stamina all’estero» Arrestato Vannoni, voleva fuggire
Torino, l’accusa di associazione a delinquere. Il suo metodo è vietato in Italia
«Mi hanno fatto sentire una stupida. Mi hanno truffata. Sono caduta in trappola senza che me ne rendessi conto e quando l’ho capito era ormai tardi: avevo già pagato, consegnato a quelle persone la bellezza di 27 mila euro senza ricevere nessuna cura e nessun aiuto».
Angela Di Mastromatteo, 61 anni, è una delle cinquanta vittime italiane delle sperimentazioni del professor Davide Vannoni, l’ideatore del metodo Stamina, che prevede infusioni staminali per curare malattie neurodegenerative. Dopo il patteggiamento a un anno e dieci mesi del 18 marzo 2015, Vannoni aveva aderito alla richiesta della Procura di Torino di sospendere per sempre i suoi trattamenti. Ma non è stato così e ieri all’alba è stato arrestato dai carabinieri del Nas su disposizione del sostituto procuratore Vincenzo Pacileo.
Un provvedimento di fermo resosi necessario perché Vannoni stava per lasciare l’Italia e rifugiarsi a Santo Domingo, dove alcuni suoi collaboratori avevano trovato ospitalità, per le sperimentazione del metodo, in una clinica del luogo. Dopo il patteggiamento Vannoni, oggi accusato di associazione a delinquere, truffa aggravata e somministrazione di farmaci non conformi, aveva continuato a operare all’estero, in una clinica di Tbilisi, in Georgia.
Un’attività frenetica, promossa anche sul web e che avrebbe intercettato le speranze e le richieste di cura di cinquanta malati italiani e di più di seicento stranieri.
Le cure Stamina sarebbero state scoperte dagli investigatori anche in altre cliniche dell’Ucraina e in Bielorussia. La Procura già nel mese di marzo aveva richiesto al gip la misura cautelare in carcere per Vannoni ed era in attesa di un provvedimento, ma le ultime telefonate di Vannoni, intercettato, hanno però indotto i Nas ad agire subito.
Tra l’altro, recentemente, il professore aveva venduto la sua Porsche e sarebbe stato pronto a lasciare l’Italia per Santo Domingo. Oltre al fermo del guru, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nell’abitazione di Erica Molino, la biologa già condannata assieme a Vannoni a 19 mesi e sua stretta collaboratrice e di Rosalinda la Barbera; quest’ultima è presidente dell’associazione Prostamina Life e si occupava più da vicino del reclutamento dei pazienti da inviare all’estero.
Tra le persone sospettate di aiutare il «mago delle staminali» ci sarebbero anche i familiari di alcuni dei 12 bambini trattati agli Spedali civili di Brescia da Vannoni.
Sulla vicenda bresciana è in
corso a Torino un processo, che vede imputati quattro medici. Infine, si è appreso che negli ultimi mesi Vannoni non avrebbe più potuto operare neppure a Tbilisi: «Due giorni prima di partire — racconta Angela Di Mastromatteo —, mi hanno telefonato per dirmi che non se ne faceva più nulla. In quel momento ho capito che mi avevano truffato».
Via web Aveva già reclutato cinquanta pazienti italiani, il nuovo centro a Santo Domingo