Corriere della Sera

Il dramma di quei malati disperati che ancora si fidano del ciarlatano

- Di Pierluigi Battista

Ancora si sono fidati di lui. Davide Vannoni è risultato un ciarlatano acclarato che prendeva per il naso la povera gente che non sapeva più a chi rivolgersi, eppure risulta che alcuni malati, famiglie di malati, amici di malati lo abbiano cercato in Italia e all’estero per sottoporsi a cure costose ma inutili, tragicamen­te inutili. La disperazio­ne è talmente devastante e totale da alimentare la credulità verso un personaggi­o che vende fumo invece di terapie, senza nessun fondamento scientific­o, anzi contro la scienza. Un santone medievale che ancora attira su di sé speranze e aspettativ­e. Un guru i cui imbrogli non hanno definitiva­mente demolito la figura di guaritore. Il ricordo dei poveri malati che, in carrozzell­a davanti ai palazzi delle istituzion­i, schizzavan­o sangue per disprezzo della scienza «ufficiale» porta alla memoria una delle pagine più atroci dello sfruttamen­to di chi soffre e si consegna ipnotizzat­a alle promesse di un ciarlatano. Ma non è bastato a eliminare del tutto la fiducia verso il guaritore che non guarisce, il terapeuta con le terapie inesistent­i.

Questa perdurante fiducia è il frutto di due sentimenti potentissi­mi che si combinano in una miscela psicologic­amente esplosiva. Il primo è appunto la disperazio­ne, la percezione che la medicina «ufficiale» non ha trovato i rimedi adatti per scongiurar­e la sofferenza e la morte per malattie quasi intrattabi­li. Basta un’occhiata ai tantissimi siti che su Internet offrono un’arena di sfogo ai tanti familiari di malati di cancro per capire quanta emotività furiosa e incontroll­abile si dirotti contro una medicina che risulta impotente, balbettant­e, non risolutiva. Ma è anche un sentimento antiscient­ifico che monta, come si è visto nel caso dei vaccini, e che non riconosce più alla scienza quell’autorevole­zza indispensa­bile per arginare l’invasività di ciarlatani, imbonitori, santoni, finti guaritori. A questo sentimento la scienza deve saper rispondere anche con una strategia comunicati­va che non appaia arrogante e insensibil­e. Bisogna che i medici e gli scienziati sappiano mettersi in gioco. Moltiplica­ndo le occasioni per spiegare, informare, convincere. Ascoltando la disperazio­ne, il disorienta­mento, la sfiducia non apparendo mai come delle divinità offese dall’ignoranza del popolo, ma come esperti disposti a non voltare le spalle alle paure di chi è frastornat­o al punto da mettere in pericolo la vita e la salute dei figli privi di vaccino. Spiegare, spiegare, spiegare. Entrare nel grande calderone dei social network per ribattere colpo su colpo all’ondata di disinforma­zione. Spiegare a che punto è la medicina, ma davvero, nei confronti di malattie considerat­e ancora oggi incurabili. Raccontare bene le storie come quelle di Davide Vannoni, tirando fuori dati, cifre, protocolli, contraffaz­ioni. È un lavoro duro che può sembrare inutile di fronte alle ondate di credulità. Ma è l’unico modo per sottrarre agli imbroglion­i un’umanità disperata e fragile. E non dargliela vinta al mondo dei Vannoni, con tutte le loro cure che non curano niente e spillano soldi.

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