Ogni tappa una storia, il Paese raccontato dal Giro
Da oggi in edicola lo speciale di «Bell’Italia» nato dalla collaborazione con la «Gazzetta dello Sport»
Prima sinergia tra Cairo Editore e Rcs sotto il segno del Giro d’Italia. Gazzetta e Bell’Italia insieme per raccontare le 21 tappe della corsa rosa numero cento. Quotidiano e mensile. Sport e Bel Paese. La fatica dei ciclisti sulla Cima Coppi, questa volta allo Stelvio, e gli itinerari tra storia, natura e cultura. Ogni tappa un distacco, ma anche uno scorcio, una storia. E, perché no?, un consiglio gastronomico. La storia del Giro, nell’epopea dei grandi giornalisti che hanno seguito la corsa più popolare d’Italia, è anche un’osteria, una chiacchierata di fronte a un bicchiere di vino.
È un po’ questo il senso che è andato in scena ieri nella chiesa di San Gottardo in Corso a Milano, proprio dietro il Duomo. Ospiti della Veneranda Fabbrica, Urbano Cairo e i direttori della Gazzetta dello Sport Andrea Monti e di Bell’Italia Emanuela Rosa-Clot che hanno presentato Il Giro di Bell’Italia, il numero speciale in edicola da oggi dedicato alla corsa rosa che mette in campo la collaborazione e lo scambio reciproco tra mensile e quotidiano. «È la nostra prima sinergia tra Cairo Editore e Rcs — dice Cairo — per una manifestazione sportiva e popolare come il Giro d’Italia». Altre ne seguiranno, ma Cairo preferisce non sbilanciarsi troppo. «Alcuni scambi ci sono già, anche se non così conclamati. Questo è ufficiale e mi sembra che sia venuto molto bene».
Seguono numeri e importanza del Giro: 840 milioni di spettatori in tv, ma soprattutto 12,5 milioni di italiani che sono scesi in strada per vedere i loro beniamini. Chi sotto casa, chi scegliendo una tappa di montagna, chi perché era una bella giornata e voleva godersi il paesaggio. Una festa nazional-popolare che quest’anno torna a Milano e in piazza del Duomo. Ed è proprio Gianantonio Borgonovo, arciprete del Duomo e padrone di casa, a spiazzare tutti gli esperti di scalate, rapporti, distacchi, presenti in sala. Lo fa con una cronaca puntuale di tutte le volte che il Giro è arrivato nella piazza che ospita la cattedrale: «1976,’77,’78, ‘80, 2003. Nell’82 il Giro è partito da piazza del Duomo ma nel nostro archivio manca questa parte». Ricorda la benedizione ai ciclisti di Paolo VI, allora cardinale di Milano: «La Madonnina e la sua protezione abbia sempre ad accompagnarvi». O quando il cardinale Giovanni Colombo premia i vincitori sul terrazzo del Duomo.
Tanti episodi, tanti ricordi che ognuno racconta a suo modo. Cairo, tifoso di Gimondi, che quando vince l’ultimo Giro per l’esultanza spacca il lampadario della nonna. Monti che incontra il grande Bernard Hinault, Rosa-Clot che gioca con le biglie con la faccia dei ciclisti. Il Giro non finirà mai di raccontare storie.
Gli itinerari lungo la corsa L’epopea dei grandi del ciclismo diventa anche l’occasione per parlare di natura, cultura, gastronomia