«Alla Maturità con il bigino? Così ci si allena a ragionare»
«Secondo me è stata più che altro una provocazione. Una provocazione utile». Enza Blundo è una senatrice abruzzese dei 5 Stelle ma anche un’insegnante.
Il suo collega Luigi Gallo chiede l’uso di un «bigino» a scuola: un formulario scientifico per la prova di matematica alla Maturità.
«Potrebbe essere utile».
Ma come, un bigino? Da sempre combattete contro gli studenti che li nascondono.
«Io credo che Gallo abbia voluto fare una provocazione contro l’apprendimento nozionistico».
Siete contro il nozionismo, come ai tempi del ’68?
«No, credo che complessivamente i 5 Stelle non siano contro il nozionismo tout court. La parte sulle nozioni, intese come date, dati, eventi, è importante, ma non è l’unica».
Ovviamente.
«L’abilità mnemonica fa parte dell’intelligenza, ma non si può puntare solo su questo aspetto. Occorre attivare un processo di apprendimento che sia basato anche sul problem solving, sulla riflessione, sulle capacità di deduzione».
Internet sta rendendo quasi inutile la memoria. Non crede che per questo sia necessario coltivarla e insegnarla?
«I nostri ragazzi hanno a disposizione una potenzialità di ricerca di informazioni ben più immediata di noi. Ma la tecnologia non è il male, va usata e messa al nostro servizio. Proprio perché hanno molte informazioni, è necessario insegnare loro a usarle».
Lei fa imparare le poesie a memoria ai suoi ragazzi?
«Certo. Imparare le poesie non è nozionismo. Vuol dire arricchirsi di un bagaglio di vocaboli, di emozioni. Ma poi bisogna anche farne comprendere il valore, la musicalità, la meraviglia. Io ho insegnato ai ragazzi delle tendopoli, dopo il terremoto. E la poesia è stata fondamentale per superare il trauma».