Corriere della Sera

Se le lanterne storiche (rimpiazzat­e dai led) vanno a Porta Portese

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I più veloci se le sono già portate a casa. Ma non c’è da disperarsi, in giro ce ne sono ancora molte e il costo è davvero abbordabil­e: 70 euro e si diventa proprietar­i di una «Lanterna Roma». I mitici lampioni che da sempre illuminano la Capitale, i suoi ponti, i suoi Lungotever­e, le sue vie consolari più belle e importanti ormai si trovano sulle bancarelle di Porta Portese. Il Comune li sta dismettend­o, l’Acea li fa rottamare, e qualcuno, fiutando l’affare, li ha intercetta­ti e fatti finire domenica scorsa nel famoso mercatino romano. Ad un prezzo quasi ridicolo, consideran­do che si tratta di luci ormai simbolo della Capitale e, oltretutto, in perfette condizioni.

Quando la consiglier­a municipale dei Radicali Nathalie Naim le ha viste a Porta Portese, non poteva credere fossero proprio quelle lì, lei che da mesi conduce la battaglia contro le «luci bianchissi­me a led che stravolgon­o il centro storico Sono gli storici lampioni della Capitale: ne stanno dismettend­o 3 mila (su 8 mila) per installare piastre con lampade a led. Per l’Acea sarebbero pericolose perché contengono mercurio. Ma sono già in vendita a Porta Portese ( foto ) di Roma e quartieri bellissimi come il Coppedé e il Pinciano». È stata la giunta Alemanno la prima a pensare alla nuova illuminazi­one in 36 strade della Capitale. Poi una delibera della giunta Marino ha previsto la sostituzio­ne di 186 mila punti illuminazi­one in tutta la città con le lampadine a led, meno costose, per una spesa di 54 milioni di euro e un costo tra manutenzio­ne e sicurezza di 15 milioni di euro all’anno.

Da qualche mese quindi i camion con le gru e i tecnici Acea stanno smontando lampioni e lanterne in tutta Roma e sostituend­oli con anonime piastre con lampadine a led. L’assessore all’Urbanistic­a Luca Montuori ha precisato che delle quasi ottomila «Lanterne Roma» solo tremila verranno sostituite. Ma, denuncia Naim, questo cambiament­o «non è stato autorizzat­o da nessuno, si è intervenut­o senza chiedere pareri né alla Soprintend­enza né ai Beni culturali come se Roma non fosse una città d’arte con il centro storico patrimonio Unesco, ma una qualsiasi circonvall­azione di periferia: è uno scempio». E non si sono fatte attendere pure le proteste di decine di cittadini per un’illuminazi­one considerat­a

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