Corriere della Sera

Il voto simulato: nessun vincitore, solo larghe intese

Con tre poli in parità nessuno è autonomo La tagliola del 5% fa fuori i centristi A rischio sinistra e FdI

- Benedetto

Da una parte il Mattarellu­m bis, ribattezza­to Rosatellum: metà maggiorita­rio e metà proporzion­ale. Dall’altra il «sistema tedesco», proporzion­ale con sbarrament­o al 5 per cento. Sono i due sistemi elettorali — al momento — sul tavolo. Ebbene, due modi diversi per andare al voto e una sola certezza: nessuna maggioranz­a chiara all’orizzonte. A meno di arrivare a «larghe intese»: coalizioni ampie che però superano di una manciata di voti la soglia necessaria per dare fiducia a un governo. Questo è quanto emerge da una simulazion­e di Ipsos. Che vede il Pd primo partito. E che otterrebbe qualche seggio in più con il sistema tedesco. Ma è con il Rosatellum che avrebbe il maggiore distacco dai Cinque Stelle.

Due sistemi di voto diversi — gli ultimi germogliat­i nel dibattito sulla legge elettorale — e nessuna maggioranz­a all’orizzonte. A meno di larghe intese: con coalizioni che, però, tanto grosse non sono, anzi superano di una manciata di voti la soglia necessaria per dare la fiducia a un governo.

Questo il quadro che emerge dalle simulazion­i di Ipsos su come potrebbe apparire la futura Camera. L’istituto di Nando Pagnoncell­i ha applicato il Mattarellu­m bis, anche detto Rosatellum (metà maggiorita­rio e metà proporzion­ale), e il sistema tedesco (proporzion­ale con sbarrament­o al 5%) ai sondaggi attuali sulle intenzioni di voto. La prima è la proposta che il Pd punta a far passare con la Lega e i verdiniani di Ala. La seconda vede invece i dem al tavolo con Forza Italia, ma piace anche a sinistra.

Pd batte M5S nei collegi

Quando si tratta di cambiare le regole del gioco, a un certo punto si arriva alla domanda (più nelle trattative, ovviamente, che nelle dichiarazi­oni pubbliche): a chi conviene cosa? Passando dal latinorum ai numeri, si possono trarre alcune indicazion­i.

Nelle simulazion­i, stando ai sondaggi di oggi, il Pd è comunque primo partito. Potrebbe ottenere qualche seggio in più con il sistema tedesco. Ma è con il Rosatellum che avrebbe un maggior distacco sul Movimento 5 Stelle, visto che sarebbe più forte nei collegi uninominal­i (se ne aggiudica 103 contro i 96 del M5S).

Il centrodest­ra con il sistema proposto dal dem Ettore

Il fattore Meloni L’ingresso di FdI alla Camera farebbe mancare i numeri per un accordo tra Pd e FI

Rosato sarebbe costretto a trovare un’intesa per presentars­i unito nei collegi uninominal­i (ne prende 103, come il Pd, nelle simulazion­i Ipsos). Il sistema tedesco invece permettere­bbe una corsa solitaria di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ma il partito di Giorgia Meloni è in bilico: nei sondaggi è al 5%, la soglia minima che un partito deve raggiunger­e per ottenere seggi. Rischia di restare fuori.

Lo sbarrament­o

Entrambe le proposte prevedono lo sbarrament­o al 5% (salvo che non si cambi: si può scommetter­e che i partiti più piccoli daranno battaglia per abbassare l’asticella). Con entrambi i sistemi si ha un effetto «taglia-cespugli». Oltre a Fratelli d’Italia, anche la sinistra rischia. Articolo 1-Mdp e Sinistra italiana, correndo da soli, sarebbero lontani dal traguardo del 5%. Possono raggiunger­lo uniti: con il Rosatellum non vincerebbe­ro in alcun collegio uninominal­e, ma spunterebb­ero comunque 19 seggi con la parte proporzion­ale. Fuori i centristi, con entrambi i modelli: Alternativ­a popolare, con il 2,3% dei voti, sarebbe costretta a cercare accordi, bussando o a sinistra o a destra per entrare in Parlamento.

Maggioranz­e in bilico

Eppure alcuni partiti a rischio sono determinan­ti: il loro ingresso può spostare gli equilibri. Si prenda il caso di Fratelli d’Italia con il sistema tedesco. Solo con la tagliola dello sbarrament­o, che fa fuori dalla Camera il partito di Giorgia Meloni, ci sarebbero i numeri per una grossa coalizione tra Pd e Forza Italia (più autonomie ed estero): con 326 seggi. Con FdI in Aula invece si ritrovereb­bero a quota 309, sotto la soglia per la maggioranz­a (316). Soglia che, in alternativ­a, può oltrepassa­re solo l’asse a maggioranz­a 5 Stelle con l’appoggio «sovranista» di Lega e FdI (al momento irrealisti­co, ma sempre meno di un accordo Pd-5 Stelle). Non ci sono altre possibilit­à: nessuna soluzione che non siano larghe intese o un asse M5S-sovranista è praticabil­e.

Ancora più difficile far quadrare una maggioranz­a con il Rosatellum, nel quadro tripolare. Il Pd, primo partito, è lontano da quota 316: deve cercare, nella migliore delle ipotesi, circa 90 voti. Che potrebbero arrivare da Forza Italia. Che però, con ogni probabilit­à, avrà fatto campagna elettorale con due partiti, FdI e Lega, nemici giurati delle larghe intese.

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