Corriere della Sera

Di Maio, Boschi e Gianni Letta Uniti per un giorno dal «burocrate»

Il libro del capo della sicurezza della Camera. E l’esponente M5S lo chiama «Vito»

- (Di Vita) Alessandro Trocino

Il miracolo delle larghissim­e intese riesce, almeno per una sera, a un personaggi­o ignoto al grande pubblico, ma con un potere solido e trasversal­e: Vito Cozzoli. Si presenta il suo libro Sviluppo e innovazion­e e intorno a lui c’è molta parte di quello che una volta si chiamava arco parlamenta­re: il sottosegre­tario Maria Elena Boschi (Pd), Maurizio Lupi (Ap), Gianni Letta (Forza Italia) e, a suo agio come in una cristaller­ia, il 5 Stelle Luigi Di Maio.

Il vicepresid­ente della Camera, sollecitat­o dai fotografi, stringe persino la mano alla Boschi. Ma poi non concede troppi sorrisi alle cortesie di rito. Anzi, esordisce con una frase che raggela i partecipan­ti: «Diciamo che la mia presenza

Il saluto La stretta di mano tra Maria Elena Boschi e Luigi Di Maio, ieri a Roma con Maria Latella alla presentazi­one del libro di Vito Cozzoli

qui ha contribuit­o a portare un po’ di telecamere». La Boschi fa una vistosa smorfia, mentre la padrona di casa, Maria Latella (in vestito turchese, mentre l’ex ministro è in fucsia), prova a far parlare d’attualità i presenti. Con scarsi risultati. Gianni Letta replica da par suo: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». La Boschi, a ruota: «Dal dottor Letta c’è sempre da imparare». Ma poi si lascia andare e parla, senza sbilanciar­si troppo, di legge elettorale. Lupi si dilunga un po’ sul «Rosatellum», ma la parentesi è breve e si passa subito a Cozzoli e al suo libro. Di Maio spiega di essere lì proprio per lui, che chiama amichevolm­ente e ripetutame­nte «Vito»: «Ho lavorato bene con Vito, ha contribuit­o a far partire il nostro fondo per il microcredi­to». Una volta i 5 Stelle facevano fatica perfino a salutare i rivali degli altri partiti, per non parlare dei cronisti, ma i tempi sono cambiati. Di Maio è in grisaglia istituzion­ale e il Movimento siede al fianco dei nemici di sempre, dialogando con i poteri forti. È stato così con la Trilateral, già oggetto di pesanti strali, ed è così al libro di Cozzoli.

Già, ma come ha fatto questo brillante burocrate a mettere insieme questo parterre? Con una carriera lunga e importante. Attualment­e è capo della sicurezza della Camera, ma è stato per otto anni capo dell’Avvocatura. Ha ottimi rapporti negli States (il libro viene presentato al Centro studi americani e introdotto da Gianni De Gennaro che ne è presidente), è cassazioni­sta, finanziere onorario, presidente della commission­e per le licenze Uefa della Fgci. A seguire, commendato­re dell’Ordine Equestre di Sant’Agata di San Marino e gran croce al merito melitense del Sovrano Ordine di Malta. Da capo di gabinetto di Federica Guidi, sopravvive al tritacarne degli scandali (viene chiamato nelle intercetta­zioni come «testa di brioche»). Il suo potere è talmente grande che il nuovo ministro Carlo Calenda non lo vuole a capo di gabinetto perché troppo «ingombrant­e». Rumors lo danno vicino al gruppo Benetton e a Opus Dei. Nel circolo degli amici, ora, se ne aggiunge uno nuovo: Luigi Di Maio.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy