L’ex dei Verdi e gli altri con il partito animalista «Berlusconi ha capito, nessun altro si è mosso»
Il partito animalista, tenuto a battesimo sabato scorso da Silvio Berlusconi, non è — dicono i promotori — «né di destra né di sinistra». E le prime adesioni, in effetti, sono trasversali. I filoni sono due: i «testimonial» — la presidente Michela Brambilla li ha rinominati «cuori coraggiosi» —: dalla stilista Fiona Swarovski a Rita Dalla Chiesa, dal comico Andrea Roncato a Marina Ripa di Meana. E c’è un filone più «politico», figure che hanno un ruolo nelle varie sigle dell’animalismo italiano e guardano con interesse alla nuova forza.
Una di queste è Carla Rocchi, quattro legislature in Parlamento con i Verdi. «Sono molto favorevole» dice. Presiede l’Enpa, la più antica associazione di protezione animali (la fondò Giuseppe Garibaldi nel 1871). «Non impegno l’associazione che dirigo, ma dico la mia opinione: un partito animalista è una svolta positiva». Anche nelle altre organizzazioni animaliste più grandi, dalla Lav (Lega anti vivisezione) all’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) succede lo stesso: «È un mondo spesso litigioso — nota Rocchi — ma stavolta l’interesse è diffuso».
Perché?
«Perché sui temi che riguardano gli animali in Parlamento c’è il deserto. Da anni ci dicono che c’è sempre qualcosa di più importante».
Come mai?
«Abbiamo avuto un momento magico negli anni Novanta, con i Verdi. Poi i Verdi sono finiti ed è finita ogni politica animalista».
La responsabilità principale sarà dei Verdi stessi, no?
«È successo quando sono diventati solo di sinistra. Era una mutazione genetica e l’abbiamo pagata».
Ora Brambilla propone un partito solo animalista.
«È la strada giusta. Con tante “lobby” discutibili che ci sono, e parliamo solo di quelle lecite, non vedo cosa ci sia di male in una che difenda gli animali. A noi non interessa altro, non la legge elettorale o i decreti salva banche. Vedremo come andrà questo partito, penso che ci saranno delle sorprese».
Ma ce n’è davvero bisogno?
«Altroché. Abbiamo un ministro per l’Ambiente, il ministro I testimonial Al Movimento anche il sostegno di volti noti: da Rita Dalla Chiesa a Marina Ripa di Meana Galletti, che pensa solo a sopprimere animali: lupi, cinghiali, nutrie. Li chiama “prelievi”, forse gli sembra più elegante. E la lobby dei cacciatori intanto spadroneggia. No, da questa classe politica non arriverà nulla, non dobbiamo sperare nulla».
Tranne Berlusconi?
«Si è messo in gioco, lo apprezzo. Ha colto un’esigenza e capito che potrebbe coagulare molte persone. Io sono disincantata, quattro legislature in Parlamento — sorride — potrebbero disincantare chiunque. Quindi guardo solo al risultato, non al dito ma alla luna. Berlusconi ha parlato. E gli altri? Ha visto leader politici che, dopo il varo del movimento, abbiano detto: “Fermi tutti, ci siamo anche noi”? Nessuno. E allora ben venga Berlusconi».
Mentre è al telefono, Carla Rocchi sta andando al rifugio dell’Enpa dove sono ospitate due agnelline che la presidente della Camera Laura Boldrini ha «adottato» prima di Pasqua. «Ha fatto come Berlusconi. Ora viene a rivederle e ci dobbiamo incontrare. Per questa scelta gliene hanno dette di tutti i colori. Sì, è proprio arrivato il momento di difenderci».
Sui temi che riguardano gli animali, in Parlamento è il deserto Sono anni che ci dicono che c’è sempre qualcosa di più importante