Il fondo della Chiesa Anglicana? Rendimenti al 17,1%
(giu.fer.) Un rendimento — è il caso di dirlo — divino. Nel 2016 il fondo di investimento della Chiesa anglicana, che gestisce asset pari a 7,9 miliardi di sterline (circa 9,1 miliardi di euro al cambio attuale), ha guadagnato il 17,1%. La performance pone la Chiesa anglicana guidata dall’arcivescovo di Canterbury Justin Welby (nella foto), anche se la Regina Elisabetta II è il governatore supremo, tra i migliori hedge fund mondiali. Il dato emerge dal Rapporto annuale dei «Church Commissioners», il corpo che gestisce l’endowment della Chiesa anglicana, cioè «la dote» usata per sostenere la sua missione, pagare i salari dei preti e le pensioni. In un periodo di tassi negativi e difficoltà a ottenere rendimenti attraenti, al risultato stellare del fondo della Church of England ha contribuito la svalutazione della sterlina dopo il referendum sulla Brexit, che ha migliorato circa la metà ai guadagni nel portafoglio dell’azionario globale (+32,9%). Le strategie di credito privato hanno reso il 33,1%, gli investimenti in private equity il 26,1% e quelli nel legname (che fanno della Chiesa anglicana il secondo maggiore proprietario di foreste nel Regno Unito) il 24,3%. Risultati ancora più stupefacenti se si pensa che il target annuo dei Church Commissioner è di 5 punti percentuali sopra il livello di inflazione, e (per motivi etici) sono vietati gli investimenti in tabacco, armi e alcolici. Anche nel lungo periodo la performance è invidiabile, con un ritorno medio 9,5% negli ultimi 20 anni e dell’8,3% in media negli ulti mi 10 anni. Meglio addirittura del fondo di investimento di Yale, da sempre considerato la star del settore, che ha registrato un ritorno medio dell’8,1% nell’ultimo decennio.
Arriva Ernest, nuovo vettore
(giu.fer.) Nasce Ernest Airlines, la nuova compagnia aerea italiana che in aprile ha ottenuto dall’Enac la licenza per operare. Avrà base a Malpensa e collegherà Milano e altre città del nord con Tirana. Ma l’Albania è solo il primo passo, e l’obiettivo è l’espansione anche su altri mercati. Il primo volo sarà il 1° giugno da Milano.
Banca Mondiale e social bond
La Banca Mondiale ha scelto l’EuroMot di Borsa Italiana per emettere un social bond. L’emissione ha durata 10 anni e sarà inclusa nel segmento dedicato ai green e/o social bond, cioè quel tipo di emissioni i cui proventi sono destinati al finanziamento di progetti benefici o ambientali. Nel caso della Banca Mondiale si tratta di progetti sostenibili nei Paesi membri, finalizzati alla riduzione della povertà e allo sviluppo. Il bond ha una cedola del 2,25%.
L’usato vale 19 miliardi
(c.d.c.) Il mercato dell’usato? Vale 19 miliardi in Italia, l’1,1% del Pil. È quanto si scopre da una ricerca di Subito.it che ha analizzato i dati delle vendite di seconda mano effettuate sul suo sito calcolando anche il risparmio di CO2 realizzato. In Italia si tratta di 6,1 milioni di tonnellate di CO2 (+77% in più rispetto al 2015) .