Corriere della Sera

L’ultimo show del circo Barnum tra le lacrime dei clown

- Renato Franco

Il poster Sotto, un manifesto storico del circo Barnum & Bailey che è stato fondato nel 1871 Island, New York, si è chiusa un’era che durava da 146 anni e si sono spente per sempre le luci del «più grande spettacolo del mondo» (parole loro). Davanti a una platea di spettatori con i lucciconi e di clown in lacrime, al per niente allegro suono del «Valzer delle Candele», è calato il sipario sul più grande circo d’America. L’iconico Ringling Bros. and Barnum & Bailey Circus, per noi sempliceme­nte Circo Barnum, uno spettacolo ma anche un’espression­e entrata nel linguaggio comune. Il circo ha mandato a casa leoni e giraffe — meno male, anche se purtroppo non torneranno a casa loro —, trapezisti e domatori, clown e giocolieri, illusionis­ti e acrobati. I conti ormai erano da profondo rosso.

Negli ultimi tempi il rito era immutato, la replica in diretta ogni volta dello stesso copione: 2 ore e 7 minuti la durata, la tigre protagonis­ta per 12 minuti Tristezza Il pianto di clown e acrobati per l’ultimo show («provate voi a far restare fermo un bambino di 5 anni per 12 minuti»). Eroso nel tempo il numero degli spettatori, i costi di gestione erano diventati insostenib­ili: il Circo Barnum girava con due spettacoli, allestiti ogni volta grazie al trasporto con due diversi treni di proprietà: 60 vagoni ciascuno, di cui 40 di alloggi e passeggeri (500 persone e 100 animali), e 20 di materiali e merci. Chiude il Barnum, e ognuno coglie la sfumatura che vuole. Tra funerale e liberazion­e, tante famiglie senza lavoro, tanti animali senza gabbie.

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