Trump, la cena a Roma e l’incontro con il Papa
La visita Il leader Usa è sbarcato a Fiumicino. Ha invitato alcuni imprenditori I suoi consiglieri vedono Di Maio e Casaleggio. Stamattina parlerà con Mattarella
Il presidente Trump è atterrato ieri alle 18.30 all’aeroporto di Fiumicino. Oggi l’incontro con il Papa. Poi vedrà il capo dello Stato Mattarella e il premier Gentiloni.
È cominciata ieri sera con una cena a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore americano, la visita lampo di Trump a Roma. Un piccolo mistero immerso nelle indiscrezioni. Tra gli invitati, soprattutto amici personali del presidente più alcuni dei maggiori imprenditori italiani. Sono circolati i nomi dell’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, e dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, conoscente di lunga data del segretario di Stato Rex Tillerson. Dubbi su Marchionne, ma Descalzi sicuramente non c’era.
Luigi Di Maio e forse anche Davide Casaleggio, leader del Movimento 5Stelle, avrebbero, invece, cenato con alcuni consiglieri di Trump, ma certamente non a Villa Taverna. La Casa Bianca non ha fornito particolari, insistendo sul «carattere privato» della serata e rimandando, invece, al programma di oggi. Il presidente è stato accolto a Fiumicino, sotto la scaletta dell’Air Force One, dal ministro degli Esteri Angelino Alfano e dal suo pari grado vaticano, il Nunzio papale, arcivescovo Francesco Canalini.
L’epicentro simbolico della giornata è l’udienza di prima mattina nella cittadella pontificia. Papa Francesco e Donald Trump, accompagnato dalla moglie Melania e dalla figlia Ivanka, dovrebbero passare una ventina di minuti insieme. Ma i due personaggi sono imprevedibili e quindi potrebbero allentare facilmente i tempi concordati da settimane. Nel febbraio del 2016, Trump e Bergoglio si scontrarono duramente sul «Muro». Ma, una volta alla Casa Bianca, il presidente ha cominciato subito il riavvicinamento, fino a inserire nel primo giro all’estero anche l’appuntamento con il Papa. In un certo senso è quasi secondario capire che cosa si diranno Francesco e The Donald. E si illude chi pensa che Trump possa correggere drasticamente le scelte sulla politica ambientale o l’immigrazione. Ma certo la diplomazia papale resta una carta preziosa, anche per la politica estera americana: basti solo pensare alla mediazione di Bergoglio per facilitare lo storico viaggio di Barack Obama a Cuba nel 2016. Da una parte e dall’altra, dunque, si comincia il dialogo oggi e si semina per il domani.
A metà mattina Trump sale al Quirinale. Anche qui il formato dell’incontro è «di cortesia». Niente giornalisti, niente dichiarazioni ufficiali. In realtà al Colle saranno presenti, come prevede la Costituzione, anche il ministro degli Esteri Alfano e il Segretario di Stato Tillerson. I temi dominanti saranno due: Trump accentuerà i toni sul terrorismo internazionale, dopo la strage di Manchester. Tillerson riferirà sulle prospettive del negoziato israelo-palestinese.
Il confronto continuerà all’ora di pranzo, questa volta in termini più politici, con il premier Gentiloni. Alfano vedrà anche l’inviato americano per il Medio Oriente, Jason Greenblatt, il consigliere di Trump che, con il genero del presidente Jared Kushner, ha preparato la tappa israeliana chiusa ieri. Per il momento lo staff di Trump è riuscito a evitare contaminazioni con gli sviluppi del dossier russo.
Da Washington l’ex capo della Cia, John Brennan ha rivelato, nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Intelligence della Camera, che lo scorso anno la sua agenzia notò «una serie di contatti sospetti tra funzionari del governo russo e importanti collaboratori di Trump».