Il dg Rai e le dimissioni: prima attendo Padoan
Campo Dall’Orto esporrà tutte le «complessità»: nessuna obiezione se mi chiederà un passo indietro E i sindaci revisori, a proposito dei rilievi Anac, parlano di «danno reputazionale» per l’azienda
Ieri il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha partecipato a Palermo alle celebrazioni per i 25 anni della strage di Capaci. Rappresentava la Rai e, accanto a lui, c’era la presidente Monica Maggioni. Solo un rapido saluto di cortesia, poi il silenzio. Non si rivedranno domani, giovedì: contrariamente alle attese niente consiglio di amministrazione e niente nomine a Rai Com (Tinni Andreatta come presidente e Giampaolo Tagliavia come amministratore delegato). A fine maggio altro cda per la definizione del regolamento sul tetto agli stipendi per gli artisti.
Ma il direttore generale si dimetterà? A chi gli è vicino, Campo Dall’Orto dice: «Io vado avanti col lavoro e non mi dimetto prima dell’incontro col ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e certo io non mi presenterò dimissionario... gli esporrò le complessità della Rai, ascolterò ciò che mi dirà... se mi suggerirà di fare un passo indietro, non porrò obiezioni».
Campo Dall’Orto oggi alle 14 verrà ascoltato in commissione parlamentare di Vigilanza per un question time fissato da tempo. E quando vedrà Padoan? Il ministro dell’Economia ieri ha risposto con una battuta: «Non lo so, devo consultare la mia agenda...». Impossibile prevedere se l’incontro ci sarà oggi stesso dopo la Vigilanza o domani o venerdì. C’è chi scommette che il direttore generale Rai non avrà indicazioni definitive. Padoan è la fonte di nomina del direttore generale ma non è titolare di alcun potere di revoca.
Intanto emergono altri particolari sulla relazione riservata del collegio dei sindaci revisori di Viale Mazzini con il verbale 588/2017. Il collegio parla di un «inquantificabile danno reputazionale e danni concreti per l’azienda che potrebbero già al momento essere riscontrabili»: sono questi i pesanti rilievi mossi dal collegio dei sindaci revisori della Rai al vertice dell’azienda. Il collegio ha riassunto le contestazioni ai vertici Rai dell’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Cioè il mancato utilizzo del job posting per alcune assunzioni di dirigenti esterni, l’ipotesi di conflitto di interessi nel reclutamento del Chief Security Officer, Genseric Cantournet. In quanto a 21 assunzioni tra il 2015 e luglio 2016, il collegio osserva che «ricorre la reiterata violazione della regolamentazione inclusa nel Piano triennale di prevenzione della corruzione».
Impossibile che Campo Dall’Orto possa proporre in un prossimo cda il varo del nuovo portale digitale diretto da Milena Gabanelli scorporandolo dal piano delle news perché ne fa parte integrante. Ma i dettagli si conoscono: una squadra di 88 giornalisti in quattro turni su 24 ore, anticipazione del flusso delle notizie da tutte le testate giornalistiche (Tg1, Tg2, Tg3, Tg regionali), dal Giornale radio e dai programmi di informazione delle reti, contributi dai corrispondenti esteri, attivazione dell’informazione su tutti i social network, approfondimenti col data journalism (utilizzabile dalle testate), uso ragionato dello sterminato archivio Rai, focus continuo sull’Europa, valorizzazione di conduttori con commenti e blog. Obiettivo: diventare il primo sito di news in Italia e recuperare la perdita pubblicitaria che l’attuale sito sta registrando. Ma tutto questo resta una bellissima ipotesi su carta dopo la bocciatura del piano news da parte del cda, inclusa la presidente Monica Maggioni.
Il ruolo Il dg fa sapere che comunque per ora continua a esercitare a pieno il suo ruolo