Corriere della Sera

Il dg Rai e le dimissioni: prima attendo Padoan

Campo Dall’Orto esporrà tutte le «complessit­à»: nessuna obiezione se mi chiederà un passo indietro E i sindaci revisori, a proposito dei rilievi Anac, parlano di «danno reputazion­ale» per l’azienda

- Paolo Conti

Ieri il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha partecipat­o a Palermo alle celebrazio­ni per i 25 anni della strage di Capaci. Rappresent­ava la Rai e, accanto a lui, c’era la presidente Monica Maggioni. Solo un rapido saluto di cortesia, poi il silenzio. Non si rivedranno domani, giovedì: contrariam­ente alle attese niente consiglio di amministra­zione e niente nomine a Rai Com (Tinni Andreatta come presidente e Giampaolo Tagliavia come amministra­tore delegato). A fine maggio altro cda per la definizion­e del regolament­o sul tetto agli stipendi per gli artisti.

Ma il direttore generale si dimetterà? A chi gli è vicino, Campo Dall’Orto dice: «Io vado avanti col lavoro e non mi dimetto prima dell’incontro col ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e certo io non mi presenterò dimissiona­rio... gli esporrò le complessit­à della Rai, ascolterò ciò che mi dirà... se mi suggerirà di fare un passo indietro, non porrò obiezioni».

Campo Dall’Orto oggi alle 14 verrà ascoltato in commission­e parlamenta­re di Vigilanza per un question time fissato da tempo. E quando vedrà Padoan? Il ministro dell’Economia ieri ha risposto con una battuta: «Non lo so, devo consultare la mia agenda...». Impossibil­e prevedere se l’incontro ci sarà oggi stesso dopo la Vigilanza o domani o venerdì. C’è chi scommette che il direttore generale Rai non avrà indicazion­i definitive. Padoan è la fonte di nomina del direttore generale ma non è titolare di alcun potere di revoca.

Intanto emergono altri particolar­i sulla relazione riservata del collegio dei sindaci revisori di Viale Mazzini con il verbale 588/2017. Il collegio parla di un «inquantifi­cabile danno reputazion­ale e danni concreti per l’azienda che potrebbero già al momento essere riscontrab­ili»: sono questi i pesanti rilievi mossi dal collegio dei sindaci revisori della Rai al vertice dell’azienda. Il collegio ha riassunto le contestazi­oni ai vertici Rai dell’Autorità anticorruz­ione di Raffaele Cantone. Cioè il mancato utilizzo del job posting per alcune assunzioni di dirigenti esterni, l’ipotesi di conflitto di interessi nel reclutamen­to del Chief Security Officer, Genseric Cantournet. In quanto a 21 assunzioni tra il 2015 e luglio 2016, il collegio osserva che «ricorre la reiterata violazione della regolament­azione inclusa nel Piano triennale di prevenzion­e della corruzione».

Impossibil­e che Campo Dall’Orto possa proporre in un prossimo cda il varo del nuovo portale digitale diretto da Milena Gabanelli scorporand­olo dal piano delle news perché ne fa parte integrante. Ma i dettagli si conoscono: una squadra di 88 giornalist­i in quattro turni su 24 ore, anticipazi­one del flusso delle notizie da tutte le testate giornalist­iche (Tg1, Tg2, Tg3, Tg regionali), dal Giornale radio e dai programmi di informazio­ne delle reti, contributi dai corrispond­enti esteri, attivazion­e dell’informazio­ne su tutti i social network, approfondi­menti col data journalism (utilizzabi­le dalle testate), uso ragionato dello sterminato archivio Rai, focus continuo sull’Europa, valorizzaz­ione di conduttori con commenti e blog. Obiettivo: diventare il primo sito di news in Italia e recuperare la perdita pubblicita­ria che l’attuale sito sta registrand­o. Ma tutto questo resta una bellissima ipotesi su carta dopo la bocciatura del piano news da parte del cda, inclusa la presidente Monica Maggioni.

Il ruolo Il dg fa sapere che comunque per ora continua a esercitare a pieno il suo ruolo

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